S. Messa Quotidiana Registrata a Cristo Re Martina F. Mese di Novembre 2010 Pubblicata anche su YOUTUBE http://www.youtube.com/user/dalessandrogiacomo Vedi e Ascolta cliccando sul giorno Lu 01. Ma02. Me03. Gv04. Ve05. Sa06. Do07. Lu08. Ma09. Me10. Gv11. Ve12. Sa13. Do14. Lu15. Ma16. Me17. Gv18. Ve19. Sa20. Do21. Lu22. Ma23. Me24. Gv25. Ve26. Sa27. Do28. Lu29. Ma30. Ottobre 2010 Ve01. Sa02. Do03. Lu04. Ma05. Me06. Gv07. Ve08. Sa09. Do10. Lu11. Ma12. Me13. Gv14. Ve15. Sa16. DO17. Lu18. Ma19. Me20. Gi21. Ve22. Sa23. Do24. Lu25. Ma26. Me27. Gv28. Ve29. Sa30. Do31. Settembre 2010 Me 01. Gi02. Ve03. Sa04. Do05. Lu06. Ma07. Me08. Gv09. Ve10. Sa11. Do12. Lu13. Ma14. Me15. Gv16. Ve17. Sa18. Do19. Lu20. Ma21. Me22. Gv23. Ve24. Sa25. Do26. Lu27. Ma28. Me29. Gv30.

FORMAZIONE il FIGLIO dell'UOMO

ONLUS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA

E-mail: studiotecnicodalessandro@virgilio.it Siti Internet:

http://www.cristo-re.eu ; http://www.cristo-re.it;

http://www.maria-tv.eu ;http://www.web-italia.eu

http://www.engineering-online.eu;

http://www.mondoitalia.net ;

dal 17 Aprile al 24 Aprile 2011

10a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file clicca sopra

Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

Aderite all"

ORDINE LAICO dei "CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

Ingegneria Impianti Industriali Elettrici Antinvendio

Per. Ind. G. Dalessandro

Il mio pensiero e la mia professionalità nei miei Siti Web

 

Bella Italia http://www.miglionico web.it Prof.. Labriola

 

 MILANO D'UOMO

Foto di MILANO

in sequenza clicca qui sopra

 TARANTO CASTELLO

Foto di TARANTO

clicca qui sopra

TA1 - TA2 - TA3

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

cliccasopra

MG1. MG2. MG3. MG4.

MG5 MG6 MG7 MG8 MG9 MG10

ROMA FONT. di TREVI

.1. .2. .3.

.4. .5. .6.

.7.

MATERA SASSI

Per vedere altre foto clicca qui sopra

MARTINA

S. MARTINO

.1. -.2. -.3. .4. -.5. -.6. -.7. -.8.

Sulle Strade del VANGELO

Links: VATICANO LEV

Parrocchia Cristo Re Martina

http://www.parrocchie.it/ martinafranca/cristore.it

CHIESA CATTOLICA

Http://www.santiebeati.it

http://www.lachiesa.it

RADIO MARIA

http://www.cismitalia.org/ http://www.usmi.pcn.net http://www.ciisitalia.it

http://www.fratiminori lecce.org/node/342

Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-09-16 ad oggi 2010-09-29 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

2010-09-17 SCUOLA "Quegli scolari sono stranieri" Bufera sulle frasi dell'assessore

L'assessore romano alla Scuola, Laura Marsilio, in visita nell'ex Pisacane sui figli nati in Italia degli immigrati: "E' una questione culturale", dice. Alemanno cerca di correggere il tiro ("si è espressa male"), il Pd chiede dimissioni immediate. I bimbi cantano in dialetto padano

"Anche se questi bambini sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. Non è solo un fatto anagrafico, ma una questione culturale". Lo ha dichiarato l'assessore alla scuola di Roma Laura Marsilio durante la sua visita alla scuola elementare ex Pisacane. Una 'uscita' poco felice, "aberrante" per l'opposizione, da cui ha preso subito le distanze il sindaco Gianni Alemanno, correggendo il tiro: "L'assessore si è espressa male in chiave istituzionale e legislativa. Sappiamo che in Italia non esiste il diritto di cittadinanza in base alla nascita - ha detto - voglio dire con chiarezza che tutti i bambini che nascono qui sono un patrimonio per questa città, e quindi non mi sento di definirli stranieri".

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

16 settembre 2010 DALLA PARTE DEGLI ULTIMI Nuova povertà, il metodo Caritas si apre al mondo

Scelte individuali e attenzione al Creato sono le chiavi per sconfiggere la nuova povertà.

Nel nuovo millennio è cambiato il volto dei conflitti e della miseria globale, che dipende sempre più dal degrado ambientale. Diminuiscono le guerre, ma i primi dieci anni del Ventunesimo secolo ci consegnano conflitti sempre più complessi per il controllo di acqua, fonti energetiche e cibo.

E un nuovo tipo di disperazione, quella dei profughi ambientali.

16 settembre 2010 Intervento del direttore della Caritas La vertiginosa ingiustizia della ricchezza che affama

È il momento di verificare e valutare. Dopo la dichiarazione firmata da 189 capi di Stato e di Governo al vertice del Millennio delle Nazioni Unite nel 2000, la Comunità internazionale ha preso un impegno solenne: sconfiggere la povertà entro il 2015.

Era questo lo slogan scandito nel 2000, declinato in otto obiettivi e in molteplici azioni, precise e concrete. Impegno che dopo dieci anni va verificato puntualmente. È quanto accadrà tra il 20 e il 22 settembre al Palazzo di Vetro a New York. È quanto si aspetta la gente di tutto il mondo. Un momento, l’attuale, certamente difficile che può però trasformarsi in occasione e opportunità educativa: dall’umiliazione all’azione, dall’indifferenza alla differenza.

2010-09-15 La CONVERGENZA ROma-PARIGI Rom, Berlusconi sta con Sarkozy

"Italia e Francia scuotano l'Ue" Il premier: "Trovare una posizione comune europea"

Gli Usa: i governi rispettino i diritti delle comunità

MILANO - "Sto con Sarkozy, il commissario Reding non doveva parlare". Silvio Berlusconi appoggia la posizione francese nella polemica tra Parigi e Ue sulle espulsioni dei Rom. Uno scontro durissimo, quello tra l'Eliseo e Bruxelles, tanto che Nicolas Sarkozy - dopo l'annuncio di una procedura d'infrazione nei confronti della Francia - avrebbe risposto a muso duro al commissario alla giustizia Viviane Reding: se proprio ci tiene, le avrebbe detto il presidente francese, i rom potrebbero essere ospitati dal suo Paese di origine, il Lussemburgo. A fare infuriare Sarkozy è stato il parallelo suggerito dalla Reding tra le espulsioni dei Rom e le deportazioni nella Seconda guerra mondiale. Frasi che lo stesso commissario ha poi cercato di smussare: "Mi rammarico per le interpretazioni che spostano l'attenzione da un problema che bisogna invece risolvere ora. Non ho avuto in alcun caso stabilire un paragone tra la seconda guerra mondiale e le azioni di oggi del governo francese". Una precisazione che l'Eliseo ha accolto con un laconico comunicato: "La presidenza della Repubblica prende atto delle scuse della signora Viviane Reding, vice-presidente della Commissione europea, commissario alla Giustizia e ai diritti Umani, per le sue parole oltraggiose all’indirizzo della Francia".

USA E GERMANIA - La polemica, però, ha riportato la questione rom al centro dell'attenzione. Tanto che sono scesi in campo anche gli Stati Uniti: secondo l'agenzia France Presse, che cita fonti anonime del Dipartimento di Stato, Washington ha invitato il governo francese e quello di altri paesi a "rispettare i diritti dei rom". Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si è dichiarato d'accordo con la commissaria Reding sulla sostanza, anche se ha specificato di non approvare i toni usati.

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto,

pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio.

Per conoscer le mie idee Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF

Il mio commento sull'argomento di Oggi è :

2010-09-17

Nascita, Cittadinanza, Scuola e Cultura.

La Scuola non deve fare mai distinzione di nazionalità, religione, ceto sociale, perché la Scuola deve essere Maestra di Cultura e di Vita.

Un extra comunitario proveniente dal terzo mondo, oltre ai disagi per sopravvivere lontano dalla propria terra da clandestino, timoroso di essere scoperto e rimandato in patria, solo, senza affetti, famiglia, amici, incompreso, emarginato, sottopagato, sfruttato, senza casa, in condizioni igieniche precarie, affamato, stanco, deve fare un grande sforzo per recepire la ns. cultura, i ns. usi e costumi, la ns. legislazione, che deve imparare a rispettare, pur essendo schiavo della sua condizione economica, lavorativa, sociale, umana precaria.

Anche noi se andiamo all'estero dobbiamo essere rispettosi delle leggi, usi e costumi, però siamo avvantaggiati da privilegi, garantiti da un lavoro qualificato, ben pagato, rispettati.

Una Donna extracomunitaria incinta deve essere rispettata ed aiutata come una qualsiasi donna Italiana. Il figlio di un extracomunitario deve nascere in Italia come il figlio di un Italiano, deve essere aiutato nella prima infanzia come un qualsiasi figlio di Italiani, ma non è automaticamente cittadino Italiano, come un Italiano che nasce in America, in Francia, in Germania, parimente non è cittadino Americano, Francese, Tedesco, perché per esserlo bisogna diventarlo nella sostanza, crescendo, maturanto le conoscenze del paese di cui si voglia diventare cittadino, rispettandone le leggi, gli usi ed i costumi, senza rinnegare la propria origine, eventualmente trasferendo parte della propria cultura agli altri, in una osmosi continua di crescita civile culturale reciproca, sociale, economica.

Al figlio di extra comunitari va data assistenza, cultura, scolarizzazione, assistenza sanitaria e sociale alla pari di un Italiano.

Poi, da grandi, potranno scegliere di diventare, dopo un periodo di inserimento sociale, Cittadini Italiani ed esserne orgogliosi; parimenti i ns. figli all'estero, di diventare cittadini di un altro stato democratico.

Chiunque nasca in Italia, pur essendo figlio di immigrati, ma abbandonato alla nascita, come qualsiasi altro bimbo abbandonato alla nascita, diventa automaticamente Cittadino Italiano e deve essere assistito e seguito dallo Stato fino alla maggiore età.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

2010-09-16

ROM

Il problema non è rimandare a casa i ROM, ma è quello di rendere sicure le città consentendo ai Poveri di Vivere dignitosamente e di inserirsi nella tessuto sociale.

Pertanto va praticata una seria politica di accoglienza e di inserimento dei Poveri emarginati, senza distinzione di nazionalità.

In questo ci devono essere progetti concreti di aiuti reali per l'accoglienza e l'inserimento, sia degli Euopei, sia degli extra europei, con una reale politica di immigrazione, senza assolutamente intaccare i diritti intangibili alla VITA, alla Libertà di Opinione, Pensiero, Politica, Religiosa, ecc., e quindi di accoglienza anche dei profughi.

E' chiaro che l'intera Europa deve mettere a disposizione risorse economiche per la costruzione di villaggi dedicati e monitorati con la massima attenzione, e predisporre una Direttiva di Indirizzo contenete le Linee Guida e le risorse relative.

Principio essenziale è comunque, da parte degli immigrati, il rispetto della Legge, usi e costumi dei Pesi Ospitanti ( vedi p.e. Crocifisso per i paesi Cattolici, il che non significa imporre loro la Religione Cattolica, o il divieto all'uso del Burqa, ecc. )

Deve essere comunque chiaro che non può essere consentito a nessuno di delinquere, e che deve essere lasciata la libertà dei Singoli Stati di rimandare a casa chi delinque ( certamente non chi ruba per fame o per vivere, ma chi lo fa per arricchirsi senza lavorare, per pratica e/o abitudine di vita ), anche cittadini dei paesi della Comunità Europea, perché la Libertà di Circolazione e Lavoro non Giustifica la Libertà di Delinquere.

Questo non significa razzismo, ma garantire innanzi tutto ai propri cittadini la sicurezza (diversamente è razzismo perverso al contrario contro i Poveri ed Onesti Italiani Deboli, Pensionati ed Indifesi), chiaramente vanno perseguiti sempre anche i delinquenti di cittadinanza Italiana (che essendo Italiani non possono essere mandati altrove, ma vanno recuperati alla giustizia/società Italiana; gli altri cittadini vanno recuperati a quella dei propri paesi di origine, salvo che non corrono rischi di pena di morte).

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-09-16 ad oggi 2010-09-29

AVVENIRE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.avvenire.it

2010-09-29

29 settembre 2010

BRUXELLES

Rom, procedura d'infrazione

contro la Francia

La Commissione europea ha deciso di aprire una procedura di infrazione contro la Francia per il mancato rispetto della legge europea per la vicenda dello smantellamento dei campi rom. Lo ha reso noto il Commissario per la Giustizia Viviane Reding.

La Commissione - ha riferito la portavoce Pia Ahrenkilde Hansen - ha valutato che la Francia non ha trasposto in modo corretto nella sua legislazione nazionale la direttiva sulla libera circolazione dei cittadini europei e ha quindi deciso "che invierà una lettera di messa in mora" contro il governo di Parigi, se questo non si metterà in regola entro la metà di ottobre prossimo.

La lettera di messa in mora è il primo passo di una procedura di infrazione. La lettera sarà inviata alla Francia "a meno che - ha spiegato la portavoce - un progetto di misure di trasposizione accompagnato da un calendario preciso non sia trasmesso (a Bruxelles) prima del 15 di ottobre 2010".

Per quanto riguarda invece la mancata applicazione della direttiva sulla discriminazione sulla base della nazionalità o etnica la Commissione Ue ha "preso nota delle assicurazioni ricevute" dalla Francia, "al più alto livello politico" il 22 settembre scorso. E al tempo ha preso atto che la circolare "etnica" inviata il 5 agosto scorso ai prefetti francesi "non era conforme" alle norme di non discriminazione, ma che "essa è stata annullata e rimpiazzata".

La Commissione ha comunque deciso oggi l'invio "di una lettera alle autorità francesi che contiene domande dettagliate sull'applicazione pratica delle assicurazioni politiche ricevute" per quanto riguarda il rispetto del diritto comunitario nello smantellamento dei campi rom.

L'esecutivo - ha anche detto la portavoce - sta esaminando la situazione in altri stati membri sulla trasposizione della direttiva sulla libera circolazione e valuta la necessità dell'invio di procedure d'infrazione anche verso altri governi.

 

 

 

2010-09-17

16 settembre 2010

CONSIGLIO UE

Sarkozy: smantellamento

di "tutti i campi illegali"

Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha precisato che lo smantellamento riguarderà "tutti i campi illegali", indipendentemente dalla nazionalità, l'origine e l'etnia degli occupanti. Sarkozy ha riferito che anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che procederà in Germania con lo smantellamento dei campi illegali. "Vedremo: sono per dare il mio sostegno alla Merkel", ha affermato il presidente francese.

Nel corso di una conferenza stampa la cancelliera tedesca, Angela Merkel, rispondendo a chi gli chiedeva la sua posizione sulla dura polemica tra Parigi e Bruxelles sull'espulsione dei rom dalla Francia ha affermato: "L'ho detto molto chiaramente: la Commissione Ue ha il diritto e l'obbligo di verificare se gli Stati membri rispettano le regole comunitarie".

Nessuno scontro, intanto, tra il presidente francese e il presidente della commissione Ue Josè Manuel Barroso sulla questione rom oggi a Bruxelles, nel corso dei lavori del Consiglio europeo. È lo stesso presidente transalpino a chiarirlo nella conferenza stampa al termine del vertice, dopo che nel pomeriggio in molti, tra cui il primo ministro bulgaro, avevano riferito di un violento scambio verbale tra i due durante il pranzo di lavoro.

"Non c'è stato nessuno scambio eccessivo o violento tra me e Barroso", assicura Sarkozy. Barroso "o sostengo oltissimo come presidente della Commissione e sono contento he si allontani dalle espressioni usate contro il mio Pese" dice Sarkozy con evidente riferimento alle accuse poi ritrattate) del commissario Ue Viviane Reding, che ieri veva paragonato l'espulsione dei rm dalla Francia alle deportazioni di massa che caratterizzarono la Sconda guerra mondiale.

In ogni caso, non ha dubbi Sarkozy, il problema dei rom e dell'immigrazione clandestina "è un problema di tutti, è un problema di tutta l'Unione europea".

 

 

 

 

16 settembre 2010

LA POLEMICA IMMIGRAZIONE

Rom, Sarkozy contro l'Ue

Berlusconi: sto con Parigi

Alle prese con difficoltà su più fronti in politica interna, in calo di popolarità nella fase più critica della sua presidenza, Nicolas Sarkozy ha perso le staffe di fronte all’attacco della lussemburghese Viviane Reding, commissario europeo responsabile del settore "Giustizia e cittadinanza", che ha definito "una vergogna" la politica con cui la Francia espelle immigrati rom a decine di migliaia.

Furibondo, in una riunione nel palazzo dell’Eliseo con un gruppo di senatori, il presidente francese ha dichiarato che se la signora Reding tiene tanto a proteggere i rom, allora "che li faccia venire nel suo Paese, che ne accolga qualcuno nel Lussemburgo". Riportata da partecipanti alla riunione, la sfuriata di Sarko ha gettato olio sul fuoco provocando una secca reazione da Bruxelles. La portavoce Pia Hansen, gelida, ha chiarito che "Viviane Reding ha parlato a nome della Commissione" quando ha espresso i suoi giudizi sulle espulsioni e preannunciato una procedura per violazione delle norme Ue sulla libera circolazione delle persone e sul rispetto dei diritti umani. "Il lavoro sulle procedure avviene sempre in coordinamento con il presidente della Commissione, la Commissione funziona collegialmente". Del resto, ha ricordato Hansen, sulle discriminazioni etniche, il presidente Barroso "si è pronunciato la scorsa settimana", sottolineando che nell’Ue "non c’è spazio per razzismo e xenofobia".

Quando poi le è stato domandato come Barroso abbia preso le reazioni dell’Eliseo, il tono di Pia Hansen è diventato garbatamente sarcastico nel dire, quasi a sottolineare le differenze tra l’iracondo Sarkozy e il freddo Barroso, che "il presidente della Commissione è un tipo calmo ed è determinato a proseguire il suo lavoro".

E dire che il quotidiano Le Monde aveva appena scritto che il governo francese intendeva sdrammatizzare lo scontro con la Commissione anche per non avvelenare l’atmosfera del vertice che riunisce oggi a Bruxelles i leader dei Ventisette per trattare questioni assai delicate di vigilanza finanziaria anti-speculazione. Ieri in un comunicato dell’Eliseo si è letto invece che "non si tratta di fare polemiche con la Commissione o l’Europarlamento", ma che "certe affermazioni sono semplicemente inaccettabili" e che Viviane Reding non è in sintonia con Barroso il quale – sempre secondo il comunicato – avrebbe in questione posizioni "moderate". L’Eliseo ha mirato insomma a creare divisioni nella Commissione. Costringendo Barroso a intervenire personalmente per dire che la procedura d’infrazione contro la Francia è stata decisa "con il sostegno del collegio dei commissari e mio personale". "La legge comunitaria – ha spiegato Barroso – va rispettata, la discriminazione etnica è vietata, e vietarla è un valore fondamentale dell’Ue". Salomonico, il gruppo degli europarlamentari del Ppe è poi intervenuto condannando "gli eccessi di entrambe le parti", mentre il presidente degli eurodeputati del Pld Mario Mauro ha ricordato che "non è più il momento degli scambi di accuse o delle strumentalizzazioni politiche".

A spaccare il fronte europeo è però intervenuto, in serata, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, in un’intervista a Le Figaro, si è posto al fianco del leader francese. "Sostengo Nicola Sarkozy", ha detto il premier. "L’Europa non ha ancora compreso affatto – ha spiegato – che quello dei rom non è un problema unicamente francese o italiano, greco o spagnolo. Il presidente Sarkozy, invece, ne è pienamente cosciente". "La Reding – ha aggiunto Berlusconi – avrebbe fatto meglio a trattare la questione in privato con i dirigenti francesi prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto". Berlusconi ha dunque auspicato che "la convergenza franco-italiana aiuti a scuotere l’Europa ad affrontare il problema attraverso politiche comuni". Critico verso le posizioni Ue anche il cancelliere tedesco Angela Merkel, che si è detto d’accordo con la Reding nella sostanza, ma non nella forma. "Credo che la Commissione abbia naturalmente il diritto di controllare se i Paesi membri agiscono nel rispetto dei trattati europei – ha rilevato la Merkel –. Ma penso che il tono usato dalla signora Reding e in particolare i paragoni storici non erano del tutto appropriati". Il riferimento del cancelliere è alle dichiarazioni attribuite al commissario Ue: avrebbe detto che l’espulsione dei rom da parte della Francia le ha fatto venire in mente episodi accaduti durante la Seconda guerra mondiale. La Reding, però, in serata, ha voluto precisare che le espulsioni non hanno niente a che vedere con quanto successo durante la guerra.

Dagli Stati Uniti, intanto, una fonte del Dipartimento di Stato ha fatto sapere che Washington invita il governo francese e quello di altri Paesi a "rispettare i diritti dei rom". L’Eliseo, in una nota, ha detto di "prendere atto" delle "scuse" della Reding.

Franco Serra

 

 

 

16 settembre 2010

DALLA PARTE DEGLI ULTIMI

Nuova povertà, il metodo

Caritas si apre al mondo

Scelte individuali e attenzione al Creato sono le chiavi per sconfiggere la nuova povertà. Nel nuovo millennio è cambiato il volto dei conflitti e della miseria globale, che dipende sempre più dal degrado ambientale. Diminuiscono le guerre, ma i primi dieci anni del Ventunesimo secolo ci consegnano conflitti sempre più complessi per il controllo di acqua, fonti energetiche e cibo. E un nuovo tipo di disperazione, quella dei profughi ambientali.

Davanti a questi mutati scenari di emergenza, generati soprattutto dallo scarso rispetto del Creato, anche le risposte umanitarie stanno cambiando fisionomia. Anzitutto, Italia in testa, il contributo per lo sviluppo degli Stati è diminuito, complice la recessione. Il nostro governo nel 2008 destinava lo 0,2% del Pil, meno della metà della media degli Stati dell’Ue, che si attesta allo 0,47%.

Nel frattempo le risposte delle Ong sono diventate articolate e interdisciplinari. In occasione della campagna nazionale che si apre da oggi contro l’indigenza, nell’anno europeo di mobilitazione contro la povertà, la Caritas italiana ha pubblicato con le edizioni Dehoniane il sussidio "Povertà globali, risposte locali" con l’intento di far crescere la consapevolezza tra i credenti del legame che in questo tempo si è creato tra povertà, guerre e scempi ambientali e proporre ai cristiani nuovi stili di vita.

Attraverso un’indagine condotta sulle principali istituzioni scientifiche che studiano i conflitti armati, la Caritas italiana calcola che nel 2008 vi erano 16 paesi nel mondo realmente in una guerra ad alta intensità, con oltre mille morti all’anno. Altri 16 paesi erano dilaniati da conflitti a bassa intensità. L’organismo pastorale denuncia inoltre la "forte crescita" di situazioni di conflitto ed emergenza umanitaria, alle quali si combinano "disastri naturali, violenza, guerra". Per la Caritas oggi la causa di molti tipi conflitti è dovuta ai mutamenti climatici.

Portano a combattere l’inquinamento dell’acqua, la diminuzione della produzione di cibo, l’aumento di tempeste ed alluvioni e le migrazioni indotte di cambiamenti del clima. Negli ultimi 20 anni il sussidio registra la diminuzione delle terre fertili nelle aree depresse e la crescita di tensioni sociali e violenze per l’acqua in diverse regioni, come l’Africa e il Medio Oriente, dove i conflitti idrici seguono i percorsi dei grandi fiumi come Nilo, Zambesi, Volta, Tigri ed Eufrate.

In questo scenario, dove si è affermato da poco il concetto di "protezione umanitaria" che estende il concetto di aiuto assegnando alle autorità pubbliche il dovere di proteggere l’esistenza fisica e i diritti umani delle vittime, la Caritas italiana ha cambiato il proprio metodo di intervento in contesti di conflitto ed emergenza. Orientano gli interventi quattro principi fondamentali ispirati dalla dottrina sociale della Chiesa e perfezionati dalla Caritas in veritate.

Sono la solidarietà, la sussidiarietà verso la Chiesa locale, il partenariato con le Caritas locali e la responsabilità della gestione delle risorse raccolte. E il metodo specifico di intervento sul campo, perfezionato in 40 anni e basato sull’ascolto, l’osservazione e il discernimento, si completa se le comunità educano i credenti a scelte individuali. Il sussidio ne ripropone alcune, ad esempio il commercio equo e solidale e la lotta alle mafie, la finanza etica, il volontariato, il servizio civile, il turismo responsabile. Con queste la Chiesa attua una strategia anti povertà di lungo respiro, "battaglia lunga che non avrà vincitori né vinti, ma nuovi uomini e donne".

Paolo Lambruschi

 

 

 

16 settembre 2010

Intervento del direttore della Caritas

La vertiginosa ingiustizia della ricchezza che affama

È il momento di verificare e valutare. Dopo la dichiarazione firmata da 189 capi di Stato e di Governo al vertice del Millennio delle Nazioni Unite nel 2000, la Comunità internazionale ha preso un impegno solenne: sconfiggere la povertà entro il 2015. Era questo lo slogan scandito nel 2000, declinato in otto obiettivi e in molteplici azioni, precise e concrete. Impegno che dopo dieci anni va verificato puntualmente. È quanto accadrà tra il 20 e il 22 settembre al Palazzo di Vetro a New York. È quanto si aspetta la gente di tutto il mondo. Un momento, l’attuale, certamente difficile che può però trasformarsi in occasione e opportunità educativa: dall’umiliazione all’azione, dall’indifferenza alla differenza.

Oggi, a cinque anni dal traguardo finale, a guardare il rapporto delle Nazioni Unite recentemente pubblicato sullo stato di raggiungimento degli obiettivi del millennio, si direbbe che negli ultimi dieci anni siano stati registrati risultati senza precedenti nella lotta alla povertà estrema, ma che vi siano anche ritardi inaccettabili nel raggiungimento di alcuni degli obiettivi intermedi.

Dall’esperienza che viviamo accanto alle Chiese locali, constatiamo infatti che all’interno di molti Paesi, anche quelli più ricchi, le diseguaglianze continuano a crescere, generando aree sempre più ampie di miseri ed esclusi.

Urge dunque una qualche "correzione di rotta" sulle scelte, gli stili di vita, sull’uso delle risorse economiche ed ambientali, ma anche del nostro tempo e del nostro stare in relazione ogni giorno con tanti volti e storie di povertà che sollecitano prossimità.

Circa un miliardo di persone nel mondo soffrono ancora la fame. Dietro questi numeri ci sono uomini e donne che vivono in condizioni disumane e che non possono aspettare che le promesse non mantenute dai governanti si traducano pienamente in fatti tangibili. Sono coloro che le Caritas incontrano tutti i giorni in molti paesi dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina, dell’Oceania, e anche dell’Europa, nei piccoli gesti, attraverso i progetti e gli interventi, nel tentativo di dare risposte concrete. Sono voci, volti e cuori che soffrono e chiedono giustizia e dignità.

Né la miseria, né l’ignoranza sono infatti un prodotto della "natura" e tanto meno della "fatalità". Quelli che chiamiamo "paesi poveri" sono quasi sempre paesi "impoveriti, derubati". Sono terre magari esposte anche alla rabbia dei venti, dei vulcani e degli oceani, ma il cui suolo rigurgita letteralmente di ricchezze. E se queste ricchezze venissero lasciate nel paese che le detiene e le produce, in Africa e in America Latina in primis?

Purtroppo queste ricchezze vengono invece coordinate, sfruttate e drenate da multinazionali o aziende che stanno fuori, alla larga dal paese. All’interno di esso non vi è quasi alcuna ricaduta, sotto forma di proventi socialmente gestibili, per garantire dignità e sicurezza. Quel che colpisce di più, in questi paesi, non è dunque la miseria, ma la vertiginosa ingiustizia della distribuzione della ricchezza. E nell’ingiustizia non c’è un bel niente di inevitabile. C’è solo il regno di Mammona, già condannato senz’appello duemila anni or sono.

Nella speranza non ci si deve arrendere. Continueremo a chiederci perché esistono ancora degli "ultimi". E non ci fermeremo, finché non sia fatta giustizia, con l’intelligenza e il cuore dell’amore.

Vittorio Nozza

 

 

2010-09-16

15 settembre 2010

PARIGI

Sarkozy attacca Reding:

"I rom accoglili nel tuo Paese"

Non si placa la polemica internazionale sollevata dai provvedimenti del governo francese sulle espulsioni dei rom. Il presidente Nicolas Sarkozy va all'attacco e dice al commissario Ue Viviane Reding di accogliere i rom nel suo Paese, il Lussemburgo.

Tuttavia sembra che il presidente francese sia molto irritato con i suoi collaboratori per i termini con cui è stata scritta la circolare sull'espulsione dei rom. Ieri il commissario aveva annunciato l'apertura di una procedura di infrazione Ue contro le decisioni di Parigi.

Lo scontro tra la Francia e la Commissione europea sui Rom allunga la sua ombra sul vertice dei capi di Stato e di governo che si terrà domani a Bruxelles. In questa sede, secondo le informazioni rimbalzate da Parigi, Nicolas Sarkozy infatti intende "spiegare" personalmente la sua posizione a Barroso. Ma la politica francese contro i Rom sta creando imbarazzo anche in seno al Ppe.

Il presidente della Commissione europea ha espresso oggi il suo pieno sostegno personale alla Reding per la sua posizione.Sono "dichiarazioni inaccettabili", ma non vogliamo imbarcarci in "polemiche" con la commissione Europea e il parlamento di Strasburgo. Così fonti della presidenza francese, citate su Le Monde, hanno commentato le durissime parole del commissario europeo Viviane Reding sulla politica di espulsione dei Rom. Le stesse fonti parlano di "dichiarazioni inusuali" da parte del commissario europeo, ma aggiungono che serve "un dialogo calmo per affrontare a fondo le questioni".

L'Eliseo fa anche notare che la circolare del 5 agosto criticata dalla Reding è stata sostituita da un'altra datata 13 settembre. "L'Eliseo vuole calmare le polemiche con Bruxelles", titola il quotidiano. Questa mattina, il sottosegretario agli Affari Europei, Pierre Lellouche, era stato più duro. "la pazienza ha dei limiti. Non ci si rivolge così ad un grande Stato", aveva detto alla radio. E, nel respingere il paragone con quanto accaduto nella seconda guerra mondiale, aveva aggiunto: "Roissy non è Drancy", riferendosi all'aeroporto parigino e alla cittadina francese tristemente famosa per aver ospitato un campo di concentramento nazista. Il ministro per l'Immigrazione, Eric Besson, ha poi parlato di "scivolone" della

Reding.

Intanto è intervenuta anche la leader dell'opposizione socialista, Martine Aubry. "L'immagine della Francia è rovinata e non solo in Europa- ha dichiarato- è una vera vergogna per il nostro paese perseguire uomini e donne perchè appartengono ad una specifica etnia e non perchè hanno commesso dei reati".

 

 

 

14 settembre 2010

FLUSSI

Bruxelles striglia Parigi:

"Sui rom è da vergogna"

È raro che la Commissione europea osi attaccare cosí un governo dell’Ue, soprattutto se si tratta di uno dei grandi Paesi membri. Ma la durezza della politica francese anti-rom ha fatto infuriare persino la placida lussemburghese Viviane Reding, commissaria alla Giustizia. Che ieri ha preannunciato una procedura contro Parigi per violazione del Trattato dell’Ue, abbandonandosi a uno sfogo che riflette l’esasperazione non solo sua per l’arroganza con cui Parigi risponde alle critiche. "La pazienza ha un limite, troppo è troppo, il comportamento francese è vergognoso", è esplosa battendo il pugno sul podio della sala stampa.

E ha definito "disonesto" il comportamento del governo francese nel confronto con le autorità dell’Ue (l’europarlamento e ora la Commissione) nella vicenda delle espulsioni di migliaia di rom, in gran parte cittadini dell’Unione Europea.

"Nessuno Stato membro deve arrogarsi il diritto di un trattamento speciale quando è in gioco il rispetto di valori fondamentali dell’Unione e in particolare i diritti umani", ha scandito la commissaria. "Sono convinta – ha aggiunto – che al punto in cui siamo la Commissione non abbia altra scelta che avviare una procedura d’infrazione" per violazione delle regole comunitarie sulla libera circolazione delle persone rimpatriando quest’anno in Romania e Bulgaria oltre 8mila immigrati.

Il commissario e i suoi collaboratori hanno messo in cantiere il testo di una procedura d’infrazione che potrebbe essere varata dalla Commissione nel giro di qualche settimana e la signora Reding ha già raccomandato al presidente José Manuel Barroso di seguire una "procedura accelerata dato che davvero non c’è tempo da perdere". Accelerate con lo schema "fast track" o no, le procedure d’infrazione possono trascinarsi per mesi e mesi tra un ping-pong di richieste di spiegazioni, repliche, conclusioni preliminari, contestazioni ed eventualmente ricorsi alla Corte di giustizia di Lussemburgo. Se alla fine la Francia sarà ritenuta colpevole potrà essere condannata a pagare una multa per la cui entità non esistono precedenti di casi analoghi.

A condanne al risarcimento degli espulsi gli esperti della Commissione non accennano neppure. Multe a parte, spiega un assistente della commissaria Reding, la sanzione sarebbe "una seria perdita di prestigio per la Francia". Che la cosa possa spingere Parigi a fare macchina indietro è quantomeno dubbio. Ma una condanna di Parigi stabilirebbe di sicuro un precedente di cui altri Paesi dovrebbero tener conto: se non altro per discutere preventivamente con Bruxelles certe iniziative ed evitare quanto meno gli aspetti più offensivi rispetto all’osservanza delle norme dei Trattati sulla libera circolazione delle persone e del rispetto dei diritti umani soprattutto quando sono in gioco la coesione delle famiglie e il futuro dei bambini.

Se infatti il diritto alla libera circolazione riguarda solo i cittadini dell’Ue, e patisce eccezioni solo per ben motivate ragioni di sicurezza, i diritti umani (che figurano in evidenza nel Trattato di Lisbona) valgono per tutti e il fatto di essere extra-comunitari non ne giustifica in alcun modo la violazione.

Franco Serra

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.corriere.it

2010-09-29

entro il 15 ottobre parigi deve dimostrare di rispettare le norme

Commissione Ue : "Ultimatum

alla Francia sui Rom espulsi"

"Mancato rispetto della legge europea sul caso

dello smantellamento dei campi"

*

NOTIZIE CORRELATE

*

Rom, tensione al vertice Ue Sarkozy: nessun dietrofront

(16 settembre 2010)

entro il 15 ottobre parigi deve dimostrare di rispettare le norme

Commissione Ue : "Ultimatum

alla Francia sui Rom espulsi"

"Mancato rispetto della legge europea sul caso

dello smantellamento dei campi"

BRUXELLES - La Commissione Ue ha preso "la decisione di principio" di aprire una procedura d'infrazione contro la Francia per mancato rispetto della legge europea sul caso dello smantellamento dei campi Rom. Ma sulla questione di fatto si limita per ora a richiamare Parigi alla corretta applicazione delle normative comunitarie in materia di libera circolazione dei cittadini Ue, tralasciando l'aspetto della discriminazione etnica.

LA LETTERA - Bruxelles di conseguenza invierà una lettera di messa in mora, ovvero il primo passo della procedura di infrazione, a Parigi, per invitarla a prendere provvedimenti in materia. L'Unione Europea "bacchetta" ma non va oltre. Si tratta, di fatto, di un avvertimento.

ULTIMATUM: 15 GIORNI DI TEMPO - È questo il senso della sofferta decisione con cui la Commissione ha di fatto avviato una procedura di infrazione, con l'invio di una lettera di "messa in mora" e dato però alla Francia la possibilità, entro il 15 ottobre, di effettuare la "completa trasposizione" della direttiva sulla libera circolazione: in caso contrario, nell'ambito del prossimo pacchetto di procedure di infrazione, quello di ottobre, ci sarà anche quella contro Parigi. La lettera dovrebbe essere inviata nel corso del mese di ottobre insieme al pacchetto delle altre procedure di infrazione che la Commissione apre mensilmente ma, ha precisato la portavoce della Commissione europea, la missiva potrebbe non essere inviata se la Francia fornirà a Bruxelles un calendario preciso con misure dettagliate entro il 15 ottobre.

ALTRI PAESI NEL MIRINO - La Commissione europea sta anche analizzando la trasposizione della direttiva del 2004 sulla libera circolazione anche negli altri Stati membri dell'Unione e, "se sarà il caso" invierà altre lettere di messa in mora a quei Paesi che a suo giudizio non dovessero rispettare la normativa Ue.

29 settembre 2010

 

 

 

2010-09-18

"L'emergenza campi nomadi? l'abbiamo praticamente risolta"

Maroni: l'Ue introduca sanzioni

anche per gli immigrati comunitari

"Se fermiamo un romeno che vive da sei mesi in Italia senza reddito non possiamo fargli nulla"

"L'emergenza campi nomadi? l'abbiamo praticamente risolta"

Maroni: l'Ue introduca sanzioni

anche per gli immigrati comunitari

"Se fermiamo un romeno che vive da sei mesi in Italia senza reddito non possiamo fargli nulla"

MILANO - E' necessario adottare sanzioni nei confronti degli immigrati comunitari non in regola: lo ha dichiarato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ospite di Ventura Football Club su Radiouno. "C’è una lacuna nella direttiva Ue che noi vogliamo colmare", ha detto il ministro, "servono sanzioni per gli immigrati comunitari non in regola". "Per quanto riguarda i cittadini comunitari - ha spiegato Maroni - c’è una direttiva un po' strana che dice che tutti possono circolare liberamente sul territorio europeo e possono anche stabilirsi in qualsiasi Paese e fino a tre mesi nessuno può dire niente, ma oltre i tre mesi queste persone devono dimostrare di avere un reddito, una casa, un lavoro". Il ministro ha poi fatto esempi, citando non a caso gli immigrati dalla Romania: "Il problema è che non c'è nessuna sanzione: se noi fermiamo un cittadino romeno, francese o inglese che vive da 6 mesi senza reddito non possiamo far altro che invitarlo a tornare a casa. E ovviamente lui non ci va. Questa è una lacuna che vogliamo colmare nel pieno rispetto delle norme europee"".

I CAMPI NOMADI - In merito alle polemiche legate alle decisioni di Sarkozy, Maroni ha dichiarato: "Mi hanno fatto un po' sorridere, per noi è un film già visto. L'emergenza campi nomadi noi l'abbiamo affrontata a partire dall'agosto 2008 e l'abbiamo praticamente risolta: sono in corso di attuazione i piani che prevedono di chiudere i campi nomadi abusivi e di sostituirli con i campi attrezzati, che sono anche controllabili dalle forze dell'ordine. Nessuna espulsione di massa, solo applicazione della legge per cui chi non ha diritto a restare deve essere riportato a casa sua. Che poi è quello che stanno facendo i francesi".

Redazione online

18 settembre 2010

 

 

 

 

 

 

2010-09-17

"scontro verbale" tra il presidente francese e il eleader della commissione ue

Rom, tensione al vertice Ue

Sarkozy: nessun dietrofront

Il capo dell'Eliseo: continueremo a smantellare i campi. Barroso: no a discriminazioni, affrontiamo il problema

"scontro verbale" tra il presidente francese e il eleader della commissione ue

Rom, tensione al vertice Ue

Sarkozy: nessun dietrofront

Il capo dell'Eliseo: continueremo a smantellare i campi. Barroso: no a discriminazioni, affrontiamo il problema

Il presidente francese Nicolas Sarkozy (Milestone)

Il presidente francese Nicolas Sarkozy (Milestone)

MILANO - La questione dei rom e le tensioni tra la Francia e la Commissione europea arrivano sul tavolo del vertice Ue in corso a Bruxelles. Con effetti quanto meno inusuali. Il pranzo del Consiglio d'Europa infatti è stato teatro, come confermano diverse fonti europee, di uno scontro verbale tra Nicolas Sarkozy ed il presidente dell'esecutivo europeo Josè Manuel Barroso Ue. "Non c'è stato nessuno scambio eccessivo o violento tra me e Barroso" ha detto il capo del'Eliseo al termine del vertice, facendo comunque intendere di non essere disposto ad alcun dietrofront: la Francia continuerà a smantellare "i campi illegali" sul proprio territorio rispettando la legge. "Abbiamo agito e continueremo ad agire nello spirito della direttiva europea", ha aggiunto il presidente francese. Barroso da parte sua ha auspicato che la controversia di questi giorni con la Francia lasci il posto a un modo di affrontare la situazione più concreto, volendo tuttavia anche chiarire che la Commissione ha il ruolo di custode dei trattati e che "ogni discriminazione è inaccettabile".

"CON BERLUSCONI SIAMO D'ACCORDO" - Nella conferenza stampa a margine del Consiglio europeo di Bruxelles, Sarkozy ha voluto specificare che la Francia è rimasta "profondamente scioccata" dalle affermazioni del commissario europeo alla Giustizia, Viviane Reding, che mercoledì ha effettuato un paragone tra le deportazioni e le espulsioni di rom. "È vero che abbiamo sentito commenti esagerati: ieri, la commissaria Reding lo ha riconosciuto, penso che altri dovrebbero fare lo stesso", rinunciando a un certo "populismo" è stata la replica del presidente della Commissione Ue, Barroso. Sui rimpatri, il presidente della Francia può contare sull'appoggio del premier italiano. "Con Berlusconi siamo d'accordo" ha detto Sarkozy, mentre il Cavaliere ripartiva da Bruxelles senza rilasciare dichiarazioni. Il leader dell'Eliseo ha anche precisato che nelle prossime settimane "anche la Germania" avvierà sgomberi di campi rom illegali sul proprio territorio. Dalla Germania, però, è arrivata un'immediata smentita. Sarkozy non avrebbe mai parlato di campi nomadi in Germania, "nè durante il consiglio europeo, nè a margine". Lo ha riferito Steffen Seibert, portavoce della cancelliera tedesca, Angela Merkel che, sulla vicenda dei rom, aveva espresso la sua posizione in giornata: "la Commissione Ue ha il diritto e l'obbligo di verificare se gli Stati membri rispettano le regole comunitarie".

LO SCONTRO VERBALE - Pur non essendo nell'agenda ufficiale dei lavori, la questione delle espulsioni e le tensioni tra Parigi e la Commissione Ue sono state dibattute informalmente durante il pranzo del Consiglio europeo, proprio su richiesta di Sarkozy. Secondo fonti europee, la discussione del presidente francese con Barroso sarebbe stata "molto animata". Un "furibondo" Sarkozy avrebbe chiesto "spiegazioni" in merito alla decisione della Commissione di avviare una procedura d'infrazione contro la Francia. Il titolare dell'Eliseo ha affermato che la Commissione "ha ferito la Francia" con le sue accuse e ha chiesto una dichiarazione di principio sulla questione dei rom. Barroso, da parte sua, ha "difeso vigorosamente" il ruolo di sorveglianza sulle regole della libera circolazione dell'esecutivo comunitario. "Non ci lasceremo distrarre dal nostro lavoro", ha assicurato. Quella venutasi a creare sarebbe stata "una situazione abbastanza inedita per questo tipo di Consigli", hanno riferito fonti europee.

"DIBATTITO RINVIATO" - Il premier bulgaro Boyko Borissov, ha raccontato apertamente di uno "scambio molto violento" tra Sarkozy e Barroso, precisando che i leader europei riuniti a Bruxelles hanno deciso di rinviare a "un prossimo vertice" il dibattito su "una strategia di lungo termine" per risolvere la questione della popolazione rom, innescata dalla recente politica francese di espellere i rom di Romania e Bulgaria. In precedenza il premier uscente belga Yves Leterme, presidente di turno dell'Ue, aveva assicurato che "tutti sono d'accordo a dire che è la Commissione che deve vigilare alla buona applicazione degli impegni assunti dalla Francia", legittimando quindi l'intervento della Reding. Leterme ha sottolineato che "la Commissione deve assumersi le proprie responsabilità", ma anche i cittadini europei che si muovono tra gli Stati membri devono "avere rispetto per il diritto di proprietà, e per le regole che stabiliscono la libera circolazione".

"L'UE CONSULTI GLI STATI MEMBRI" - Attraverso una nota, la Farnesina ha fatto successivamente sapere che - nel corso del Consiglio europeo di Bruxelles - il premier ha ribadito "l'opportunità che nelle politiche che richiedono azioni comuni europee gli organismi comunitari esercitino una paziente e dettagliata consultazione con i Paesi interessati, prima di adottare iniziative che possano sembrare improntate a critica o contestazione di comportamenti adottati dagli Stati membri nel rispetto delle leggi e dei regolamenti comunitari". Berlusconi avrebbe anche rinnovato, secondo alcune fonti europee, l'appello ai commissari europei: tacciano e a parlare sia solo il presidente.

BOSSI - Sulla questione dei rimpatri è intervenuto in giornata anche Umberto Bossi, all'indomani dell'aperto appoggio alla Francia dato dal premier italiano Silvio Berlusconi. "Sì, Sarkozy sta facendo bene sulle espulsioni" ha detto il leader della Lega. "La maggior parte dei furti li fanno i rom, certo non sono il demonio però per la gente che lavora, torna a casa e la trova buttata per aria non è molto allegro" ha spiegato il numero uno del Carroccio conversando con due cronisti a Montecitorio. "Se rubi ai ricchi è un conto, ma se rubi ai poveri quelli si incazzano", ha aggiunto il Senatùr, ribadendo che "certo, i rom non sono il demonio".

Redazione online

16 settembre 2010

 

 

 

La CONVERGENZA ROma-PARIGI

Rom, Berlusconi sta con Sarkozy

"Italia e Francia scuotano l'Ue"

Il premier: "Trovare una posizione comune europea"

Gli Usa: i governi rispettino i diritti delle comunità

La CONVERGENZA ROma-PARIGI

Rom, Berlusconi sta con Sarkozy

"Italia e Francia scuotano l'Ue"

Il premier: "Trovare una posizione comune europea"

Gli Usa: i governi rispettino i diritti delle comunità

Berlusconi e Sarkozy in una foto d'archivio

Berlusconi e Sarkozy in una foto d'archivio

MILANO - "Sto con Sarkozy, il commissario Reding non doveva parlare". Silvio Berlusconi appoggia la posizione francese nella polemica tra Parigi e Ue sulle espulsioni dei Rom. Uno scontro durissimo, quello tra l'Eliseo e Bruxelles, tanto che Nicolas Sarkozy - dopo l'annuncio di una procedura d'infrazione nei confronti della Francia - avrebbe risposto a muso duro al commissario alla giustizia Viviane Reding: se proprio ci tiene, le avrebbe detto il presidente francese, i rom potrebbero essere ospitati dal suo Paese di origine, il Lussemburgo. A fare infuriare Sarkozy è stato il parallelo suggerito dalla Reding tra le espulsioni dei Rom e le deportazioni nella Seconda guerra mondiale. Frasi che lo stesso commissario ha poi cercato di smussare: "Mi rammarico per le interpretazioni che spostano l'attenzione da un problema che bisogna invece risolvere ora. Non ho avuto in alcun caso stabilire un paragone tra la seconda guerra mondiale e le azioni di oggi del governo francese". Una precisazione che l'Eliseo ha accolto con un laconico comunicato: "La presidenza della Repubblica prende atto delle scuse della signora Viviane Reding, vice-presidente della Commissione europea, commissario alla Giustizia e ai diritti Umani, per le sue parole oltraggiose all’indirizzo della Francia".

USA E GERMANIA - La polemica, però, ha riportato la questione rom al centro dell'attenzione. Tanto che sono scesi in campo anche gli Stati Uniti: secondo l'agenzia France Presse, che cita fonti anonime del Dipartimento di Stato, Washington ha invitato il governo francese e quello di altri paesi a "rispettare i diritti dei rom". Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si è dichiarato d'accordo con la commissaria Reding sulla sostanza, anche se ha specificato di non approvare i toni usati.

IL PREMIER - Poco prima, era arrivata anche la presa di posizione del premier italiano. "La signora Reding avrebbe fatto meglio a trattare la questione in privato con i dirigenti francesi - dichiara Silvio Berlusconi in un'intervista a "Le Figaro" - prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto. Il problema dei rom non è specificamente francese. Riguarda tutti i Paesi dell'Europa". Secondo il presidente del Consiglio, "bisogna inserire questo tema all'ordine del giorno del Consiglio dei capi di Stato e di governo europei in modo da parlarne tutti insieme per trovare una posizione comune". "Speriamo che la convergenza italo-francese - afferma Berlusconi - aiuti a scuotere l'Europea e ad affrontare il problema".

IMMIGRAZIONE CLANDESTINA - "La questione dei rom - dice ancora Berlusconi - non è la sola che deve affrontare l'Europa: c'è anche l'immigrazione clandestina, l'Italia è particolarmente esposta per il fatto di avere le coste molto estese". Secondo il premier "l'Europa non ha ancora compreso completamente che non si tratta di un problema unicamente francese o italiano, o greco o spagnolo. E il presidente Sarkozy ne è pienamente cosciente".

SICUREZZA - Berlusconi descrive inoltre le sue relazioni personali con il presidente francese come "eccellenti". "Condividiamo - dice - la stessa idea dell'Europa, quella di un'Europa vicina alla gente, di un Europa dell'azione". Insieme a Sarkozy, continua il premier, "consideriamo come priorità per l'Europa la sicurezza sia interna allo spazio europeo che esterna". "Penso - aggiunge - alla sicurezza energetica, che passa per il rilancio della nostra energia nucleare alla quale la Francia è associata".

FINE MANDATO - Sempre nell'intervista al quotidiano francese, Berlusconi afferma di essere sicuro di portare a termine il mandato del governo nel 2013.

Redazione online

15 settembre 2010(ultima modifica: 16 settembre 2010)

 

 

 

il ministro Lellouche: "non abbiamo un governo come quello di Vichy".

L'ira di Sarkozy contro la Ue

"I Rom? Prendeteli voi"

La commissaria Reding: "Situazioni simili a quelle della guerra". Poi fa marcia indietro. L'Eliseo: un oltraggio

il ministro Lellouche: "non abbiamo un governo come quello di Vichy".

L'ira di Sarkozy contro la Ue

"I Rom? Prendeteli voi"

La commissaria Reding: "Situazioni simili a quelle della guerra". Poi fa marcia indietro. L'Eliseo: un oltraggio

MILANO - Ancora polemica tra Francia e Unione europea sulla questione dell'espulsione dei rom verso la Romania, anche se in serata la tensione si è un po' allentata, almeno nella forma. Il commissario europeo alla Giustizia Viviane Reding ha corretto le sue dichiarazioni che sembravano voler paragonare la Francia odierna con quella filonazista di Vichy, precisando che l’espulsione dei Rom non ha alcuna relazione con quanto accaduto durante la Seconda guerra mondiale. E la presidenza francese, in una nota ufficiale, ha "preso atto" delle "scuse" della Reding per le "sue dichiarazioni oltraggiose all’indirizzo della Francia". In precedenza l'uscita del commissario aveva provocato a Parigi tutta una serie di reazioni rabbiose. Aveva aperto il fuoco il ministro francese per gli Affari europei, Pierre Lellouche, definendo "inopportuna" la "scivolata" del commissario europeo alla giustizia Viviane Reding (che aveva annunciato la procedura d'infrazione da parte dell'Ue verso i transalpini) sul parallelismo tra la situazione dei Rom in Francia e la Seconda guerra mondiale. Ma la reazione più forte era venuta dal capo dell'Eliseo, il presidente Nicolas Sarkozy, che secondo quanto riferito da alcuni senatori dell'Ump al termine di una colazione con il presidente francese, ha avuto un moto di stizza replicando alla Reding che se proprio ci tiene i rom potrebbero essere ospitati dal Paese di origine della commissaria, il Lussemburgo.

LA POLEMICA - "Questa specie di gaffe che ha fatto è indecorosa", ha dichiarato Lellouche alla radio Rtl. "Basta con il suo tono, la mia pazienza ha un limite", ha affermato il ministro riecheggiando le parole della Reding, "non è questo il modo di rivolgersi a un grande Paese". Al Commissario Ue che aveva sostenuto che non si sarebbe aspettata di rivivere situazioni simili "dopo la fine della Seconda guerra mondiale", Lellouche ha risposto indignato: "Come ministro francese, come cittadino francese e come figlio di un combattente nella resistenza contro i nazisti, non posso lasciare che la signora Reding affermi che la Francia del 2010 ha un governo come quello di Vichy". Il riferimento è all'esecutivo collaborazionista che durante la Seconda guerra mondiale avviò ai campi di concentramento migliaia di ebrei, zingari e Rom. "Una somma di denaro in contanti e un biglietto aereo verso il Paese di origine non sono la stessa cosa dei campi di sterminio o delle camere a gas", ha osservato Lellouche, augurandosi che nella Reding "la passione abbia avuto il sopravvento sul pensiero".

INTERVIENE L'ELISEO - "Non si tratta di fare polemica, nè con la Commissione nè con il Parlamento - ha fatto sapere la presidenza della Repubblica francese alla vigilia del vertice Ue di Bruxelles - tuttavia certe affermazioni sono semplicemente inaccettabili". L'Eliseo, ricordando le precedenti sortite sull'argomento, definite "moderate", del presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, e della stessa Reding, ha attribuito l' "inabituale" esternazione della commissaria alla polemica suscitata dalla circolare del ministero degli Interni. "Questa circolare del 5 agosto - ha precisato la presidenza - è stata sostituita da quella del 13 settembre che il ministro degli Interni stesso ha firmato. Ora è tempo di un dialogo pacifico per trattare il fondo degli argomenti. C'è la volontà di trattare le cose sul fondo e non lasciarsi trascinare in sterili polemiche". Sull'eventualità che il problema dei rom sia sollevato giovedì con Sarkozy a Bruxelles, l'Eliseo ha precisato che la questione "non è all'ordine del giorno" del vertice.

LA PRECISAZIONE DELLA COMMISSIONE - A difesa della posizione politica della Reding è intervenuta ancora una volta la Commissione Ue, che però non è entrata nella polemica relativa ai paragoni tra il governo Sarkozy e quello di Vichy. La portavoce della Commissione Ue ha confermato che la posizione della Reding sulle espulsioni dei rom dalla Francia è quella dell'esecutivo di Bruxelles. La portavoce però ha precisato che "la Commissione lavora collegialmente" e che "nessuna decisione è ancora stata presa", preannunciandola comunque "entro le prossime due settimane". La portavoce non esclude invece che il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso possa affrontare la questione con il presidente Sarkozy giovedì, a margine del vertice Ue.

Redazione online

15 settembre 2010

 

2010-09-16

La CONVERGENZA ROma-PARIGI

Rom, Berlusconi sta con Sarkozy

"Italia e Francia scuotano l'Ue"

Il premier: "Trovare una posizione comune europea"

Gli Usa: i governi rispettino i diritti delle comunità

La CONVERGENZA ROma-PARIGI

Rom, Berlusconi sta con Sarkozy

"Italia e Francia scuotano l'Ue"

Il premier: "Trovare una posizione comune europea"

Gli Usa: i governi rispettino i diritti delle comunità

Berlusconi e Sarkozy in una foto d'archivio

Berlusconi e Sarkozy in una foto d'archivio

MILANO - "Sto con Sarkozy, il commissario Reding non doveva parlare". Silvio Berlusconi appoggia la posizione francese nella polemica tra Parigi e Ue sulle espulsioni dei Rom. Uno scontro durissimo, quello tra l'Eliseo e Bruxelles, tanto che Nicolas Sarkozy - dopo l'annuncio di una procedura d'infrazione nei confronti della Francia - avrebbe risposto a muso duro al commissario alla giustizia Viviane Reding: se proprio ci tiene, le avrebbe detto il presidente francese, i rom potrebbero essere ospitati dal suo Paese di origine, il Lussemburgo. A fare infuriare Sarkozy è stato il parallelo suggerito dalla Reding tra le espulsioni dei Rom e le deportazioni nella Seconda guerra mondiale. Frasi che lo stesso commissario ha poi cercato di smussare: "Mi rammarico per le interpretazioni che spostano l'attenzione da un problema che bisogna invece risolvere ora. Non ho avuto in alcun caso stabilire un paragone tra la seconda guerra mondiale e le azioni di oggi del governo francese". Una precisazione che l'Eliseo ha accolto con un laconico comunicato: "La presidenza della Repubblica prende atto delle scuse della signora Viviane Reding, vice-presidente della Commissione europea, commissario alla Giustizia e ai diritti Umani, per le sue parole oltraggiose all’indirizzo della Francia".

USA E GERMANIA - La polemica, però, ha riportato la questione rom al centro dell'attenzione. Tanto che sono scesi in campo anche gli Stati Uniti: secondo l'agenzia France Presse, che cita fonti anonime del Dipartimento di Stato, Washington ha invitato il governo francese e quello di altri paesi a "rispettare i diritti dei rom". Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si è dichiarato d'accordo con la commissaria Reding sulla sostanza, anche se ha specificato di non approvare i toni usati.

IL PREMIER - Poco prima, era arrivata anche la presa di posizione del premier italiano. "La signora Reding avrebbe fatto meglio a trattare la questione in privato con i dirigenti francesi - dichiara Silvio Berlusconi in un'intervista a "Le Figaro" - prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto. Il problema dei rom non è specificamente francese. Riguarda tutti i Paesi dell'Europa". Secondo il presidente del Consiglio, "bisogna inserire questo tema all'ordine del giorno del Consiglio dei capi di Stato e di governo europei in modo da parlarne tutti insieme per trovare una posizione comune". "Speriamo che la convergenza italo-francese - afferma Berlusconi - aiuti a scuotere l'Europea e ad affrontare il problema".

IMMIGRAZIONE CLANDESTINA - "La questione dei rom - dice ancora Berlusconi - non è la sola che deve affrontare l'Europa: c'è anche l'immigrazione clandestina, l'Italia è particolarmente esposta per il fatto di avere le coste molto estese". Secondo il premier "l'Europa non ha ancora compreso completamente che non si tratta di un problema unicamente francese o italiano, o greco o spagnolo. E il presidente Sarkozy ne è pienamente cosciente".

SICUREZZA - Berlusconi descrive inoltre le sue relazioni personali con il presidente francese come "eccellenti". "Condividiamo - dice - la stessa idea dell'Europa, quella di un'Europa vicina alla gente, di un Europa dell'azione". Insieme a Sarkozy, continua il premier, "consideriamo come priorità per l'Europa la sicurezza sia interna allo spazio europeo che esterna". "Penso - aggiunge - alla sicurezza energetica, che passa per il rilancio della nostra energia nucleare alla quale la Francia è associata".

FINE MANDATO - Sempre nell'intervista al quotidiano francese, Berlusconi afferma di essere sicuro di portare a termine il mandato del governo nel 2013.

Redazione online

15 settembre 2010

 

 

 

il ministro Lellouche: "non abbiamo un governo come quello di Vichy".

L'ira di Sarkozy contro la Ue

"I Rom? Prendeteli voi"

La commissaria Reding: "Situazioni simili a quelle della guerra". Poi fa marcia indietro. L'Eliseo: un oltraggio

il ministro Lellouche: "non abbiamo un governo come quello di Vichy".

L'ira di Sarkozy contro la Ue

"I Rom? Prendeteli voi"

La commissaria Reding: "Situazioni simili a quelle della guerra". Poi fa marcia indietro. L'Eliseo: un oltraggio

MILANO - Ancora polemica tra Francia e Unione europea sulla questione dell'espulsione dei rom verso la Romania, anche se in serata la tensione si è un po' allentata, almeno nella forma. Il commissario europeo alla Giustizia Viviane Reding ha corretto le sue dichiarazioni che sembravano voler paragonare la Francia odierna con quella filonazista di Vichy, precisando che l’espulsione dei Rom non ha alcuna relazione con quanto accaduto durante la Seconda guerra mondiale. E la presidenza francese, in una nota ufficiale, ha "preso atto" delle "scuse" della Reding per le "sue dichiarazioni oltraggiose all’indirizzo della Francia". In precedenza l'uscita del commissario aveva provocato a Parigi tutta una serie di reazioni rabbiose. Aveva aperto il fuoco il ministro francese per gli Affari europei, Pierre Lellouche, definendo "inopportuna" la "scivolata" del commissario europeo alla giustizia Viviane Reding (che aveva annunciato la procedura d'infrazione da parte dell'Ue verso i transalpini) sul parallelismo tra la situazione dei Rom in Francia e la Seconda guerra mondiale. Ma la reazione più forte era venuta dal capo dell'Eliseo, il presidente Nicolas Sarkozy, che secondo quanto riferito da alcuni senatori dell'Ump al termine di una colazione con il presidente francese, ha avuto un moto di stizza replicando alla Reding che se proprio ci tiene i rom potrebbero essere ospitati dal Paese di origine della commissaria, il Lussemburgo.

LA POLEMICA - "Questa specie di gaffe che ha fatto è indecorosa", ha dichiarato Lellouche alla radio Rtl. "Basta con il suo tono, la mia pazienza ha un limite", ha affermato il ministro riecheggiando le parole della Reding, "non è questo il modo di rivolgersi a un grande Paese". Al Commissario Ue che aveva sostenuto che non si sarebbe aspettata di rivivere situazioni simili "dopo la fine della Seconda guerra mondiale", Lellouche ha risposto indignato: "Come ministro francese, come cittadino francese e come figlio di un combattente nella resistenza contro i nazisti, non posso lasciare che la signora Reding affermi che la Francia del 2010 ha un governo come quello di Vichy". Il riferimento è all'esecutivo collaborazionista che durante la Seconda guerra mondiale avviò ai campi di concentramento migliaia di ebrei, zingari e Rom. "Una somma di denaro in contanti e un biglietto aereo verso il Paese di origine non sono la stessa cosa dei campi di sterminio o delle camere a gas", ha osservato Lellouche, augurandosi che nella Reding "la passione abbia avuto il sopravvento sul pensiero".

INTERVIENE L'ELISEO - "Non si tratta di fare polemica, nè con la Commissione nè con il Parlamento - ha fatto sapere la presidenza della Repubblica francese alla vigilia del vertice Ue di Bruxelles - tuttavia certe affermazioni sono semplicemente inaccettabili". L'Eliseo, ricordando le precedenti sortite sull'argomento, definite "moderate", del presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, e della stessa Reding, ha attribuito l' "inabituale" esternazione della commissaria alla polemica suscitata dalla circolare del ministero degli Interni. "Questa circolare del 5 agosto - ha precisato la presidenza - è stata sostituita da quella del 13 settembre che il ministro degli Interni stesso ha firmato. Ora è tempo di un dialogo pacifico per trattare il fondo degli argomenti. C'è la volontà di trattare le cose sul fondo e non lasciarsi trascinare in sterili polemiche". Sull'eventualità che il problema dei rom sia sollevato giovedì con Sarkozy a Bruxelles, l'Eliseo ha precisato che la questione "non è all'ordine del giorno" del vertice.

LA PRECISAZIONE DELLA COMMISSIONE - A difesa della posizione politica della Reding è intervenuta ancora una volta la Commissione Ue, che però non è entrata nella polemica relativa ai paragoni tra il governo Sarkozy e quello di Vichy. La portavoce della Commissione Ue ha confermato che la posizione della Reding sulle espulsioni dei rom dalla Francia è quella dell'esecutivo di Bruxelles. La portavoce però ha precisato che "la Commissione lavora collegialmente" e che "nessuna decisione è ancora stata presa", preannunciandola comunque "entro le prossime due settimane". La portavoce non esclude invece che il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso possa affrontare la questione con il presidente Sarkozy giovedì, a margine del vertice Ue.

Redazione online

15 settembre 2010

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.repubblica.it/

2010-09-29

BRUXELLES

Roma, la Ue contro la Francia

Inchiesta su espulsioni dei rom

Lo ha annunciato il commissario alla Giustizia, Viviane Reding, precisando che si tratta di "una decisione di principio". Per ora evitata l'accusa di "discriminazione razziale". All'esame anche la posizione di altri Stati membri sulla trasposizione della direttiva sulla libera circolazione

Roma, la Ue contro la Francia Inchiesta su espulsioni dei rom Il commissario Ue alla Giustizia, Viviane Reding

* Bruxelles e la paura del contagio "Fermiamo l'asse Francia-Italia"

articolo

Bruxelles e la paura del contagio "Fermiamo l'asse Francia-Italia"

* Rom, scontro Barroso-Sarkozy "Parigi continuerà a smantellare i campi"

articolo

Rom, scontro Barroso-Sarkozy "Parigi continuerà a smantellare i campi"

BRUXELLES - L'Unione europea ha deciso di aprire una procedura di infrazione contro la Francia per il mancato rispetto delle leggi europee nei provvedimenti di espulsione nei confronti dei rom decisa dal governo francese. Non dunque la temuta procedura con l'accusa di "discriminazione razziale" ma una più lieve indagine sulla violazione delle normative europee in materia di libera circolazione dei cittadini. Comunque un avvertimento, quasi un ultimatum visto che Parigi ha tempo fino al 15 ottobre per adottare le garanzie necessarie ad evitare l'apertura formale del procedimento.

Si tratta di una "decisione di principio", ha annunciato il commissario alla Giustizia, Viviane Reding, che aveva già criticato il governo di Parigi 1 sulle modalità di rimpatrio dei nomadi, accusando l'Eliseo di "discriminazione basata sulle origini etniche o di razza". Le parole del commissario Ue provocarono uno scontro con il presidente Nicolas Sarkozy 2, che ha definito "inaccettabili" le critiche di Bruxelles. Sulla questione era intervenuto anche il premier Silvio Berlusconi, che si era schierato con Parigi, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, che si era detta d'accordo con la Reding "nella sostanza, ma non nei toni".

La portavoce della Commissione europea, Pia Ahrenkilde Hansen, annunciando l'apertura della procedura ha precisato che si "sta valutando anche la posizione di altri Stati membri", dopo aver spiegato che la Francia avrà tempo fino al 15 ottobre per presentare una proposta di recepimento della Direttiva sulla libertà di circolazione dei cittadini europei nella Ue.

La Commissione - ha riferito la portavoce - ha valutato che la Francia non ha trasposto in modo corretto nella sua legislazione nazionale la direttiva sulla libera circolazione dei cittadini europei e ha quindi deciso "che invierà una lettera di messa in mora" contro il governo di Parigi, se questo non si metterà in regola entro la metà di ottobre prossimo. La lettera di messa in mora è il primo passo di una procedura di infrazione. Il richiamo sarà inviato alla Francia "a meno che - ha spiegato la portavoce - "un progetto di misure di trasposizione accompagnato da un calendario preciso non sia trasmesso (a Bruxelles) prima del 15 di ottobre 2010".

Per quanto riguarda invece la mancata applicazione della direttiva sulla discriminazione sulla base della nazionalità o etnica la Commissione Ue ha "preso nota delle assicurazioni ricevute" dalla Francia, "al più alto livello politico" il 22 settembre scorso. E al tempo ha preso atto che la circolare 'etnica' inviata il 5 agosto scorso ai prefetti francesi "non era conforme" alle norme di non discriminazione, ma che "essa è stata annullata e rimpiazzata".

La Commissione ha comunque deciso oggi l'invio "di una lettera alle autorità francesi che contiene domande dettagliate sull'applicazione pratica delle assicurazioni politiche ricevute" per quanto riguarda il rispetto del diritto comunitario nello smantellamento dei campi rom. L'esecutivo - ha anche detto la portavoce - sta esaminando la situazione in altri stati membri sulla trasposizione della direttiva sulla libera circolazione e valuta la necessità dell'invio di procedure d'infrazione anche verso altri governi.

(29 settembre 2010)

 

 

 

2010-09-18

Maroni: "Sanzioni per i cittadini comunitari

che violano norme su libera circolazione"

Il ministro dell'Interno critica la direttiva Ue: "E' un po' strana". E sui rom dice: "Noi abbiamo già affrontato l'emergenza, è un film già visto". Brunetta: "E' il buonismo che produce razzismo"

Maroni: "Sanzioni per i cittadini comunitari che violano norme su libera circolazione" Il ministro dell'Interno Maroni

ROMA - La legislazione italiana introdurrà sanzioni per i cittadini comunitari che contravvengono alla direttiva europea su circolazione e soggiorno all'interno dei Paesi Ue. Lo ha annunciato, ai microfoni di "Ventura Football Club", il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. La direttiva "è un po' strana", e presenta nella mancanza di sanzioni "una lacuna che noi intendiamo colmare nel più pieno rispetto delle norme europee", ha detto Maroni.

"Tutti i cittadini comunitari, come è giusto - ha spiegato il ministro - possono circolare liberamente e stabilirsi in un paese per oltre tre mesi, ma per farlo devono dimostrare di avere un lavoro, un reddito, una casa: il problema è che non c'è nessuna sanzione, se noi fermiamo un cittadino romeno, francese o inglese che vive da 6 mesi senza reddito non possiamo far altro che invitarlo a tornare a casa. E ovviamente lui non ci va".

Maroni ha poi risposto a una domanda di Simona Ventura sulla questione rom, esplosa in questi giorni per via delle politiche francesi. ''Il tema è molto caldo e vede scendere in campo la tifoseria, un po' come nel calcio: si dice che uno ha torto anche se ha ragione. E se c'e' faziosità non ci sono ragioni che tengono'', ha osservato il ministro.

Che però ha proseguito affermando: "Le polemiche legate alle decisioni di Sarkozy mi hanno fatto un po' sorridere, per noi è un film già visto. L'emergenza campi nomadi noi l'abbiamo affrontata a partire dall'agosto 2008 e l'abbiamo praticamente risolta: sono in corso di attuazione i piani che prevedono di chiudere i campi nomadi abusivi e di sostituirli con i campi attrezzati, che sono anche controllabili dalle forze dell'ordine. Nessuna espulsione di massa, solo applicazione della legge per cui chi non ha diritto a restare deve essere riportato a casa sua. Che poi è quello che stanno facendo i francesi".

A sostegno delle politiche francesi, e del premier Silvio Berlusconi che le ha apertamente sostenute, è intervenuto oggi, parlando alla tre giorni del Pdl veneto, il ministro per la Funzione Pubblica, Renato Brunetta. "Ha fatto benissimo Berlusconi ad appoggiare Sarkozy in Wuropa, perché il buonismo che produce il razzismo - ha detto il ministro - In Italia, abbiamo bloccato, attraverso i respingimenti, un'invasione tragica dal sud del mondo verso il nostro paese".

Nonostante questo, ha aggiunto Brunetta, "adesso l'Italia ha dentro di sè, e con grande capacità metabolica, 4 milioni di immigrati extracomunitari, che fanno parte del nostro paese e noi vogliamo che sia così, se avviene attraverso le regole". Per il ministro, poi, queste persone costituiscono una ricchezza: "io sono contento quando vedo una classe multietnica, sono contento, perchè i nostri figli non hanno che da imparare dal confronto - ha raccontato - Non sono contento, invece, quando vedo persone che usano i loro bambini per l'accattonaggio".

(18 settembre 2010)

 

 

 

Gli zingari di Bondi

Il livello del personaggio è quello che è, e forse così trovano spiegazione silenzi, sorrisetti ironici e alzate di spalle davanti all’ultima uscita del ministro Bondi. Ma è un errore sottovalutare la voglia del ministro della cultura di intervenire nell’assegnazione dei premi cinematografici.

Non solo e non tanto perché preoccupa l’invadenza del potere, non solo e non tanto per l’ennesima figura barbina che ci facciamo all’estero.

L’aspetto più inquietante della faccenda è infatti meno visibile e più infido, e in esso si nasconde il germe più segreto e irresponsabile del populismo berlusconiano.

La velleità da giurato di Bondi è il messaggio subliminale con cui si ripete ogni giorno al popolo "noi siamo come voi", "la pensiamo come voi", "vediamo i film che piacciono a voi" e dunque "premieremo i film che piacciono a voi".

In fondo è lo stesso procedimento usato per i Rom. "Noi siamo come voi, e se non piacciono a voi allora nemmeno a noi e Sarkozy fa bene a cacciarli".

La tanto vituperata Prima repubblica sarà stata anche il regno del consociativismo, ma almeno i grandi partiti di massa non assecondavano le spinte peggiori della società. Anzi, spesso vi si opponevano pagando i loro prezzi in voti e fatica.

Oggi che scegliamo premier e maggioranza, invece, abbiamo guarda caso la classe dirigente peggiore del dopoguerra. Perché dire "siamo come voi" non è stare vicino ai cittadini, ma scaricare su di loro la responsabilità e poi spacciare il tutto per democrazia.

Una bella scusa per giocare al ribasso ovunque. Nei cinema e nei campi nomadi.

 

 

 

 

2010-09-17

E a pranzo Berlusconi sbotta

"I commissari devono stare zitti"

Gelo a tavola, è stato l'unico leader a difendere l'Eliseo. Durante il lunch le grida dei commensali si potevano udire dai corridoi dal nostro inviato ALBERTO D'ARGENIO

E a pranzo Berlusconi sbotta "I commissari devono stare zitti"

BRUXELLES - "Sarkozy sui rom fa bene, ha ragione da vendere e sono certo che sta agendo nel pieno rispetto delle regole comunitarie". Il solo leader europeo a difendere la politica del governo francese sulle espulsioni dei rom è Silvio Berlusconi. Usa il palcoscenico internazionale "anche per ragioni di politica interna, lancia agli elettori messaggi di destra per spiazzare Fini", spiega chi ha avuto modo di parlargli nelle ultime ore.

Causa guasto al parabrezza dell'aereo di Stato - con atterraggio d'emergenza a Milano, cambio di velivolo e qualche apprensione - il Cavaliere arriva a Bruxelles quando il vertice Ue dedicato a economia e politica estera è iniziato da un pezzo. Appena in tempo per partecipare al pranzo di lavoro nel quale irrompe la discussione sui rom, un fuori programma che si trasforma in uno scontro "scandaloso" - definizione del premier bulgaro Borissov - tra Nicolas Sarkozy e il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso. Un litigio dai toni senza precenti, con Sarkò infuriato per le parole della commissaria Ue Reding che aveva paragonato le politiche di Parigi alle atrocità della Seconda guerra mondiale.

Uscita che Berlusconi ha sfruttato per attaccare Bruxelles con un suo vecchio cavallo di battaglia: "I commissari e i loro portavoce non dovrebbero avere il diritto di parola. L'unico a parlare alla stampa dovrebbe essere il presidente Barroso". In sala è calato il gelo. Nessun leader ha commentato la proposta del presidente del consiglio italiano al quale ha replicato Barroso dicendo che i suoi "sono politicamente legittimati" a prendere posizioni pubbliche. Al termine del summit Berlusconi ha lasciato Bruxelles senza presentarsi in conferenza stampa (abitudine che ormai lo contraddistingue dai colleghi europei) e del suo operato hanno dato conto prima le altre delegazioni, non senza imbarazzo, e poi una notarella della Farnesina: il premier ha auspicato "l'opportunità che gli organismi comunitari esercitino una paziente e dettagliata consultazione con i paesi interessati prima di adottare iniziative".

Intermezzo berlusconiano a parte, a Bruxelles si racconta che durante il lunch tra i 27 le urla dei presenti valicassero le porte del salone da pranzo spargendosi per i corridoi adiacenti. Un Sarkozy definito "parecchio agitato" si è detto "offeso e scioccato per l'oltraggio" subito dalla Francia che non è razzista e andrà avanti per la sua strada. Dopo di lui ha preso parola Barroso, difendendo l'operato di Bruxelles: facciamo solo "il nostro dovere" nell'assicurare il rispetto delle regole europee secondo le quali i cittadini comunitari, come i rom, possono essere espulsi singolarmente per motivi ben definiti e non in massa. Una posizione difficile quella del portoghese, come racconta un suo commissario di centrodestra: "Eravamo dalla parte della ragione, eravamo tutti d'accordo sulla necessità di aprire una procedura di infrazione contro la Francia ma la Reding con le sue parole ci ha fatto passare dalla parte del torto. Mercoledì Barroso l'ha fatta nera: citare la Seconda guerra mondiale è stato un errore imperdonabile che oltretutto ha dato a Sarkozy un argomento per uscire dall'angolo". Sensazione diffusa tra molti partecipanti al vertice che non nascondono come il leader francese sia riuscito a sfruttare l'occasione e spostare l'attenzione dal vero tema, "cioè le politiche di Parigi". Né lui né Berlusconi ("abbiamo parlato, siamo d'accordo", ha rivelato Sarkozy), aggiunge chi era in sala, "hanno portato una qualsiasi proposta per risolvere il problema dei rom o dell'immigrazione in generale".

Barroso ha trovato un'alleata in Angela Merkel (ha parlato dopo di lui e prima di Berlusconi) che uscendo dal vertice ha raccontato ai suoi: "Un ottimo pranzo, ma solo per il cibo". Anche il navigato lussemburghese Jean Claude Juncker ha attaccato Sarkozy, che si era augurato che i rom andassero tutti nel Granducato: "Il fatto che la Reding sia lussemburghese non giustifica nessuno ad attaccare il mio Paese". Insomma, la commissaria alla Giustizia è stata difesa da tutti - Berlusconi e Sarkozy a parte - sui contenuti, ma non sui modi, criticati da quasi tutti i partecipanti al summit. Barroso compreso.

(17 settembre 2010)

 

 

 

 

SCUOLA

"Quegli scolari sono stranieri"

Bufera sulle frasi dell'assessore

L'assessore romano alla Scuola, Laura Marsilio, in visita nell'ex Pisacane sui figli nati in Italia degli immigrati: "E' una questione culturale", dice. Alemanno cerca di correggere il tiro ("si è espressa male"), il Pd chiede dimissioni immediate. I bimbi cantano in dialetto padano

"Quegli scolari sono stranieri" Bufera sulle frasi dell'assessore

"Anche se questi bambini sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. Non è solo un fatto anagrafico, ma una questione culturale". Lo ha dichiarato l'assessore alla scuola di Roma Laura Marsilio durante la sua visita alla scuola elementare ex Pisacane. Una 'uscita' poco felice, "aberrante" per l'opposizione, da cui ha preso subito le distanze il sindaco Gianni Alemanno, correggendo il tiro: "L'assessore si è espressa male in chiave istituzionale e legislativa. Sappiamo che in Italia non esiste il diritto di cittadinanza in base alla nascita - ha detto - voglio dire con chiarezza che tutti i bambini che nascono qui sono un patrimonio per questa città, e quindi non mi sento di definirli stranieri".

L'assessore stamattina è arrivata nella scuola multietnica dove un'intera classe (LEGGI) è formata di soli stranieri (FOTO). Rispondendo all'intervento di una docente, ha spiegato che considerare italiani i bimbi stranieri nati in Italia "è un'idea sbagliata di integrazione. E' grave pensarla così". "E' aberrante - ha poi aggiunto Marsilio rispondendo ai cronisti - l'istituzione di un plesso con soli stranieri perché l'integrazione significa scambio e non solo isolamento in una scuola". Nel pomeriggio, travolta dalle polemiche, l'assessore ha provato a precisare: "Ho usato il termine 'stranieri' verso i figli di immigrati senza voler dare nessuna accezione negativa a questo termine e non comprendo come sia potuto avvenire questo equivoco. Ho utilizzato semplicemente le parole della normativa vigente nel nostro paese che non conferisce automaticamente la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia".

Le reazioni: "L'assessore si dimetta" - L'affermazione dell'assessore comunale ha suscitato immediate reazioni. Fortemente negative quelle della deputata Pd, Ileana Argentin: "Sono parole gravissime le parole dell'assessore Marsilio. La gravità di quanto ha detto si comprende se pensiamo alla violenza psicologica fatta nei confronti dei figli di stranieri che alla Pisacane, dopo averla ascoltata, si saranno chiesti se mai saranno cittadini italiani". Ancora più duro il consigliere comunale del Pd, Paolo Masini: "Chiedo che il sindaco venga immediatamente in aula a riferire quali siano le linee pedagogiche dell'amministrazione in particolare sui temi dell'integrazione. Dopo due anni di continuo 'sbullonamento' della comunità romana, di annientamento dei progetti di integrazione, ecco la ciliegina finale dove traspare il vero pensiero di questi signori". Jean-Leonard Touadi, parlamentare Pd considera le parole della Marsilio buone a mostrare "il vero volto di una destra che nessuna cura di Fiuggi è riuscita a cambiare. E' la destra del 'sangue' e della 'razza' così lontana da un'idea moderna di cittadinanza. I bambini nati in Italia sono stranieri solo per coloro che pervicacemente chiudono l'orizzonte a un inevitabile futuro di mescolanza che appartiene, tra l'altro, alla storia migliore di questa città aperta per vocazione al mondo".

Il Pdl: "Nato in Italia non vuol dire cittadino italiano" - Di parere opposto i consiglieri Pdl dei Municipio VI Maurizio Politi, Daniele Rinaldi e Flavia Siviero, che hanno espresso la loro "piena sintonia" con le dichiarazioni di Marsilio: "Il semplice fatto che un bambino sia nato in Italia non significa che possa essere considerato cittadino italiano, perché il problema non può essere esclusivamente il riconoscimento formale della cittadinanza, ma prioritaria deve essere sempre l'interiorizzazione dei valori e dei principi e che sono alla base della Costituzione e delle leggi, che inoltre subordinano l'acquisizione della cittadinanza nel nostro Paese, a un periodo di residenza continuativa e al compimento del diciottesimo anno di età, anche per chi è nato sul suolo italiano".

Per la Marsilio, la canzone in dialetto padano - E pensare che per accogliere la visita dell'assessore in persona, i bambini hanno anche cantato in dialetto padano "Sciur padrun da li beli braghi bianchi". Il canto popolare delle mondine è stato intonato dal coro di bambini bengalesi, cinesi, italiani e di tante altre nazionalità; dall'Italia delle seconde generazioni, che nell'istituto scolastico del VImunicipio costituisce già la stragrande maggioranza degli iscritti. Del piccolo spettacolo ha fatto parte anche il racconto di un ragazzo bengalese di seconda media. "Ho conosciuto Verdi e la Traviata provando l'orgoglio di sentirmi anche un po' italiano", ha detto l'ex alunno.

GUARDA IL VIDEO

La preside: "Mai più una classe di soli stranieri"

Flora Longhi, la preside dell'istituto Laparelli di Roma, a cui è accorpata la scuola elementare Pisacane, durante la cerimonia ha annunciato che "se il prossimo anno scolastico in prima elementare non ci saranno italiani iscritti ma solo stranieri, la classe non si formerà. Lavoreremo affinchè si possa rispettare la circolare della Gelmini sul tetto di alunni stranieri in classe". "Bisogna lavorare sulle iscrizioni - ha spiegato - la circolare prevede determinate percentuali di stranieri che dovranno essere rispettate. Comunque le prospettive non sono in questa direzione, il rischio che la classe non si formi è lontano, perché quest'anno ci sono bimbi italiani nell'asilo nido dell'istituto, i quali passeranno poi alle elementari". "Sono per l'inclusione di tutti - ha concluso Longhi - ma se una regola è stata stabilita va rispettata. Inoltre la scuola deve rispecchiare la società e con una classe di soli stranieri questo non succede".

Marsilio: "Le mie? Sono le parole della normativa vigente"

Ma non c'è spazio nel dibattito politico per le questioni organizzative della scuola di via dell'Acqua Bullicante. Uno tsunami di critiche si è abbattutto su quel 'stranieri a prescindere' condannato da tutta l'opposizione e non solo. La presidente Renata Polverini in giornata si è augurata "una correzione". E l'assessore è stata costretta all'ulteriore precisazione. "Ho utilizzato semplicemente le parole della normativa vigente che non conferisce automaticamente la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia. Ma soprattutto ho voluto sottolineare la necessità, secondo quanto previsto dalla circolare del ministro Gelmini, di includere nelle stesse classi scolastiche sia bambini di origini italiane sia bambini figli di immigrati. Questa è la condizione per evitare che le classi scolastiche divengano dei ghetti monoculturali. Il nostro obiettivo rimane quello di un'autentica integrazione, che è la premessa necessaria per fare di questi bambini dei futuri cittadini italiani". Anche Alemanno è tornato a lodare il lavoro dell'assessore - "si è sempre distinta per un grande impegno a favore dell'integrazione delle comunità emigrate e dell'inclusione scolastica dei figli degli immigrati'' - giudico penoso il tentativo fatto da alcuni oppositori di attaccarla continuando a giocare sull'equivoco''.

(16 settembre 2010)

 

 

 

 

LA CAMPAGNA

"Stand up" dell'Italia contro la povertà

"Rispettare gli obiettivi entro il 2015"

Fino al 19 settembre, tre giornate di mobilitazione per raggiungere gli "obiettivi di sviluppo del millennio" stabiliti dall'Onu del 2000. I capi di Stato e di governo dovrebbero, entro il 2015, eliminare la malnutrizione e garantire a tutti istruzione e lavoro

di SARA FICOCELLI

"Stand up" dell'Italia contro la povertà "Rispettare gli obiettivi entro il 2015" Il logo della campagna

ROMA - Le promesse vanno mantenute. Specialmente se a farle sono i Paesi più ricchi del mondo, che durante il vertice Onu del 2000 si impegnarono a dare un taglio netto a povertà, analfabetizzazione e disoccupazione nei Paesi più poveri. L'obiettivo va raggiunto entro il 2015, la data è alle porte: per ricordare ai potenti che nel mondo sono ancora tanti i problemi da risolvere, riparte quest'anno la campagna "Stand up! Take action!" con tre giornate di mobilitazione, dal 17 al 19 settembre. L'anno scorso, in soli tre giorni, aderirono 173 milioni di persone nel mondo e 820.800mila in Italia.

La campagna è stata lanciata dalle Nazioni Unite nel 2007, data "mid term" verso il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, e appoggiata dal nostro Paese un anno fa. Stavolta viene lanciata a ridosso del Summit delle Nazioni Unite (20,21,22 settembre): ai rappresentanti italiani verrà consegnato il dossier "Raggiungere gli Obiettivi del Millennio. Le raccomandazioni della società civile", a cura della Campagna del Millennio delle Nazioni Unite, della Coalizione Italiana contro la povertà, della Caritas Italiana, della Federazione Italiana dello Scautismo e di Uisp-Sportpertutti, che sono poi gli stessi enti promotori dello "Stand Up 2010" in Italia. Il dossier sarà accompagnato dall'elenco di tutte le firme raccolte nei tre giorni di mobilitazione. Già molti artisti e intellettuali hanno aderito all'appello, tra cui Roberto Saviano e Carlo Petrini.

Sabato 18 settembre in sette piazze italiane si potrà giocare sottoponendosi a un test ideato dalla Federazione italiana scautismo. Lo scopo è quello di misurare il grado di conoscenza degli obiettivi del millennio riguardo ai diritti fondamentali e ancora negati.

MISURATI CON IL TEST 1 clicca su:

http://static.repubblica.it/repubblica/gallerie/stand-up/

 

LE FIRME 2

Secondo l'ultimo rapporto della Fao, sono un miliardo le persone che nel mondo vivono in una condizione di fame cronica e, paradossalmente, si tratta di un dato positivo: rispetto al 2010, il numero è calato di 98 milioni di unità, e si tratta del primo miglioramento da quindici anni a questa parte. Ma per il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, c'è poco di cui rallegrarsi: il dato assoluto resta comunque "inaccettabile" e 950 milioni di persone che soffrono la fame restano "un'enormità".

Gli esperti che hanno elaborato il dossier hanno inoltre calcolato che, negli ultimi 2 anni, più di 60 milioni di persone sono già ricadute nella trappola della povertà estrema e secondo la Banca Mondiale, dal 2010 al 2050, serviranno tra i 75 e i 100 miliardi di dollari all'anno in più rispetto agli impegni già presi per sconfiggere la povertà, per garantire un adeguato e sostenibile adattamento ai cambiamenti climatici. Un costo aggiuntivo che la Comunità Internazionale dovrà affrontare per permettere ai Paesi più poveri di raggiungere gli obiettivi prefissati per la lotta alla povertà e per garantire un futuro al pianeta.

"L'Italia - spiegano Laura Ciacci e Sergio Marelli, portavoci della Coalizione Italiana Contro la povertà - arriva al Summit delle Nazioni Unite sugli Obiettivi del Millennio senza un piano di riallineamento necessario per recuperare i propri ritardi nel raggiungere gli impegni presi verso i più poveri. Così facendo il Governo italiano non solo non rispetta i suoi impegni internazionali ma rischia di essere responsabile anche del mancato raggiungimento dei target dell'Unione Europea. Gli italiani chiedono una drastica inversione di marcia". "Anche se c'è ancora molta strada da fare - spiega Marta Guglielmetti, coordinatrice per l'Italia della Campagna del Millennio dell'Onu - la via è quella giusta. Mentre però alcuni dei Paesi più poveri hanno raggiunto gli obiettivi intermedi, il campanello d'allarme suona per quelli ricchi".

(16 settembre 2010)

 

 

 

IL CASO

Rom, scontro Barroso-Sarkozy

"Parigi continuerà a smantellare i campi"

Sarebbe sfociato in una discussione - definita "violenta" dal primo ministro bulgaro, Boyko Borissov - il confronto tra il presidente francese e il presidente dell'esecutivo Ue durante il vertice di Bruxelles tra i 27 Paesi dell'Unione. Ma il n.1 dell'Eliseo nega: "Nessun contrasto". Mentre il leader europeo ribadisce: "Le discriminazioni sono inaccettabili"

Rom, scontro Barroso-Sarkozy "Parigi continuerà a smantellare i campi" Il presidente francese Nikolas Sarkozy

* Bruxelles e la paura del contagio "Fermiamo l'asse Francia-Italia"

articolo

Bruxelles e la paura del contagio "Fermiamo l'asse Francia-Italia"

BRUXELLES - Sarebbero culminate in uno scontro verbale "violento" tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il presidente dell'esecutivo europeo Josè Manuel Barroso, durante i lavori del vertice Ue in corso a Bruxelles, le tensioni sulla questione dei rom tra la Francia e la Commissione europea. Lo ha riferito il primo ministro bulgaro, Boyko Borissov. Un contrasto che Sarkozy nega, rilanciando, però, la fermezza nelle politiche d'espulsione: "Sono stati già smontati più di 55 mila campi nomadi. Non c'è alcuna forma di discriminazione, tutto è successo ed è stato voluto dalle leggi, dai nostri regolamenti. I francesi devono sapere che questa politica continuerà nel rispetto delle regole repubblicane, un rispetto molto forte". Nel mirino del presidente francese finiscono anche i media: "Voi giornalisti che mi mettete in prima pagina poi mi chiedete se ho dato adito all'Ue di accusarmi. Per la Francia è stata un'umiliazione profonda".

Di tono un po' diverso la replica di Barroso, che rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sullo scontro avuto con Sarkozy, ha risposto: "E' vero che abbiamo sentito commenti esagerati: ieri, la commissaria Reding lo ha riconosciuto, penso che altri dovrebbero fare lo stesso, rinunciando a un certo populismo". Barroso ha pertanto rivolto un invito ad abbandonare "retorica inutile" e "controversie non necessarie" per non farsi distrarre dal vero problema. "La Commissione riempie il suo ruolo di guardiano dei trattati. In Unione europea ogni discriminazione in termini etnici è assolutamente inaccettabile. La dignità umana è sacra", ha dichiarato Barroso. Il presidente dell'esecutivo europeo ha rilevato la necessità di affrontare insieme il problema e di non farsi distrarre "dalle polemiche".

A ciò si aggiunga un altro, piccolo, incidente. Al termine del vertice, Sarkozy ha detto di aver ricevuto dal cancelliere tedesco Angela Merkel rassicurazioni sul fatto che "la Germania avvierà smantellamenti dei campi sul proprio territorio. Vedremo che cosa accadrà - ha commentato il presidente francese - io la sostengo". Poche ore dopo, la smentita da parte del portavoce della Merkel, che, precisa, non ha mai parlato a Sarkozy di campi nomadi in Germania, "né durante il consiglio europeo, né a margine".

La situazione, già tesa da giorni, stamani non si era affatto distesa, dopo che la presidenza belga dell'Ue aveva dichiarato che riteneva fosse compito della Commissione europea "sorvegliare" il rispetto da parte della Francia della normativa europea per quanto riguarda la materia del rimpatrio dei rom in Bulgaria e Romania. "Concordiamo tutti sul fatto che la Commissione debba verificare la corretta applicazione degli impegni presi dalla Francia" su questa delicata questione, ha dichiarato poco prima dell'inizio del vertice Ue a Bruxelles il premier belga, Yves Leterme, il cui paese assicura la presidenza semestrale dell'Unione europea.

Inevitabilmente i leader dei ventisette, oggi, hanno parlato anche della questione dei rimpatri dei rom. La questione, che non era prevista in agenda, è stata dibattuta informalmente durante il pranzo, su richiesta del presidente francese Nicolas Sarkozy, protagonista ieri di un duro scambio di accuse con la commissaria Ue alla giustizia Viviane Reding. Il premier Silvio Berlusconi è arrivato in ritardo al vertice a causa di un guasto tecnico e un atterraggio di emergenza dell'aereo 1 (FOTO 2) su cui viaggiava, ma in tempo utile per partecipare al confronto tra i leader sui rom e sugli altri temi ufficiali del summit. Ieri Berlusconi ha assicurato il sostegno

dell'Italia alla Francia e a Sarkozy, chiedendo all'Europa di farsi carico del problema dei rom e dell'immigrazione. E oggi Sarkozy dice: "Ho parlato con lui e siamo d'accordo".

Il vertice è stato preceduto da una riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue che ha dato il via libera all'accordo di libero scambio tra Ue e Corea del sud, dopo che l'Italia ha tolto la sua riserva. Per l'Italia al tavolo dei capi di Stato e di governo c'è il ministro degli Esteri, Franco Frattini.

Le scuse di Reding. Ieri sera la Reding aveva smorzato i toni ed espresso le sue "scuse" per aver osato un parallelo tra le espulsioni dei rom e la seconda guerra mondiale. Oggi Sarzoky commenta: "Quelle frasi hanno scioccato i sentimenti di tutti i miei compatrioti''. Resta, però, l'apertura di un procedimento di infrazione contro Parigi per la politica di rimpatri volontari dei rom bulgari e romeni. "La Commissione Ue ha il diritto e l'obbligo di verificare se gli Stati membri rispettano le regole comunitarie" sintetizza la cancelliera tedesca, Angela Merkel.

Gli altri dossier. La questione dei rom rischia di oscurare i numerosi altri dossier nell'agenda del vertice Ue, in primis quello economico e della crisi del debito. I 27 non concordano sulle misure da adottare e sull'introduzione di nuove sanzioni contro i paesi troppo lassisti, come rischiesto dalla Germania. Fra gli altri temi sul tavolo dei lavori, gli aiuti al Pakistan, l'accordo di libero scambio con la Corea del Sud, le relazioni dell'Ue con i suoi partner cosiddetti strategici, in particolare quelli asiatici.

La risposta di Parigi a Bruxelles. Intanto, incalzato sulla sua politica nei confronti dei rom, il governo di Parigi prepara la risposta a Bruxelles. Rappresentanti dell'ElIseo, di Matignon, dell'Interno e dell'Immigrazione si sono incontrati ieri per delineare la risposta alla lettera che il Commissario Ue, Viviane Reding, ha inviato all'esecutivo per chiedere chiarimenti sulla circolare del 5 agosto, in cui si diceva esplicitamente che le espulsioni dovevano riguardare "in particolare i rom" (una circolare precipitosamente sostituita lunedì scorso).

Il governo vuole prendere le contro-misure nei confronti della minacce di una procedura di infrazione da parte della Commissione; una condanna che potrebbe portare a sospendere l'allontanamento dei rom -tanto che siano volontari, umanitari o forzati- rumeni e bulgari verso il loro Paese. Le Figaro è entrato in possesso del messaggio inviato martedì da Viviane Reding, al ministro francese dell'Immigrazione, Eric Besson: "Le sarei riconoscente -scrive- se volesse farmi avere al più presto gli elementi di spiegazione che potete addurre sulla compatibilità di questa circolare al diritto dell'Unione Europea e della Carta dei Diritti fondamentali e tutti i dettagli su come è stata applicata". Il Commissario chiede di sapere -aggiunge il quotidiano francese - se i prefetti abbiano applicato alla lettera la famosa circolare del 5 agosto, che ha infiammato il dibattito e che faceva un particolare riferimento ai rom; e chiede anche chiarimenti sulla nuova circolare preparata dal ministro dell'Interno, Bruce Hortefeux, il 13 settembre, per dissipare "ogni malinteso circa la possibile stigmatizzazione dei Rom". La Reding vuole sapere in sostanza cosa cambia sullo smantellamento dei campi dei rom, tanto più che la nuova circolare sostituisce quella incriminata, senza specificare se l'annulla; un dato che non è sfuggito alla Reding che intende incrociare le armi.

Maroni: "La Francia ha applicato le direttive europee". Per fronteggiare l'emergenza Rom ''il governo francese ha agito bene applicando le direttive europee''. Lo ha affermato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, interpellato dai giornalisti a Montecitorio. Maroni ha poi aggiunto che in Italia ''l'emergenza nomadi non c'è più e la situazione si va normalizzando'', con gli interventi di chiusura dei campi abusivi e l'apertura di campi nomadi attrezzati.

(16 settembre 2010)

 

 

 

 

2010-09-16

FRANCIA

Rom, scontro durissimo Sarkozy-Ue

Berlusconi con Parigi, Merkel e Usa no

Dura risposta del presidente francese al Commissario Ue alla Giustizia, che ha annunciato l'apertura di una procedura d'infrazione per i rimpatri dei nomadi: "Perché non li prende in Lussemburgo?". Il Granducato: "E' in malafede". Il premier italiano contro la Reding: "Ha sbagliato". Interviene la Merkel: "D'accordo con Reding nella sostanza, non sui toni". In serata, la presa di posizione degli Stati Uniti: "La Francia e gli altri Paesi rispettino i diritti dei rom"

Rom, scontro durissimo Sarkozy-Ue Berlusconi con Parigi, Merkel e Usa no Il presidente francese, Nicolas Sarkozy

* Rom, il Parlamento europeo censura la linea dura di Sarkozy

articolo

Rom, il Parlamento europeo censura la linea dura di Sarkozy

* Ue: "Sui rom Francia vergognosa" E Parigi abolisce il burqa

articolo

Ue: "Sui rom Francia vergognosa" E Parigi abolisce il burqa

* Rom, in migliaia in piazza a Parigi 130 città contro le espulsioni

articolo

Rom, in migliaia in piazza a Parigi 130 città contro le espulsioni

* La Francia scende in piazza per i rom

foto

La Francia scende in piazza per i rom

* Francia in piazza contro Sarkozy "No al razzismo e all'esclusione"

articolo

Francia in piazza contro Sarkozy "No al razzismo e all'esclusione"

PARIGI - Assume via via contorni internazionali la vicenda legata alla decisione della Ue di aprire una procedura d'infrazione contro Parigi per i rimpatri dei rom. Uno scontro durissimo, quello che si è aperto fra l'Eliseo e l'Unione europea. Nel quale, fra l'altro, Silvio Berlusconi sai schiera apertamente con Parigi. La replica del governo francese al commissario alla Giustizia, Viviane Reding, che ieri aveva annunciato l'apertura della procedura 1 contro la Francia, è stata netta. Sarkozy ha definito le critiche del commissario alla sua politica "inaccettabili". E se inizialmente aveva invitato tutti a moderare i toni e a smettere di alimentare "una sterile controversia", poi ha provocato il commissario Reding: "Che faccia venire i rom nel suo Paese, che li accolga nel Lussemburgo" ha detto, secondo quanto raccontato da alcuni senatori che erano con Sarkozy a una colazione di lavoro. Parole che non sono piaciute al Granducato il cui ministro degli Esteri, Jean Asselborn, ha definito "in malafede" il presidente francese. Interviene anche il cancelliere tedesco, Angela Merkel. Che si dice d'accordo con la Reding "nella sostanza, ma non nei toni". Poi, il monito degli Stati Uniti: "La Francia e gli altri Paesi rispettino i diritti dei rom", dice una fonte del Dipartimento di Stato americano.

Intanto dal Commissario Reding arriva una precisazione che riguarda il paragone, da lei fatto, tra le politiche francesi contro i rom e le persecuzioni di ebrei e zingari durante la seconda guerra mondiale. "Mi dispiace per le interpretazioni - ha detto - che distolgono l'attenzione dal problema, non ho in alcun modo voluto stabilire un parallelo di quel tipo, avevo solo manifestato l'impressione che delle persone fossero espluse da un Paese membro solo per la loro appartenenza a una minoranza etnica. Penso che l'Europa non debba essere più il terreno di azioni del genere dopo la seconda guerra mondiale". L'Eliseo, si legge in un comunicato, "prende atto delle scuse per le parole grosse".

Berlusconi: "La Reding doveva trattare la questione in privato". Le affermazioni del capo dell'Eliseo incontrano l'approvazione incondizionata del premier italiano: "Sostengo Nicolas Sarkozy", ha detto Berlusconi, in merito alla vicenda dei rimpatri dei rom, in un intervista al quotidiano francese Le Figaro. "L'Europa non ha ancora compreso affatto - ha spiegato il presidente del Consiglio - che quello dei rom non è un problema unicamente francese o italiano, greco o spagnolo. Il presidente Sarkozy ne è invece pienamente cosciente. La Reding avrebbe fatto meglio a trattare la questione in privato con i dirigenti francesi prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto".

Merkel: "Toni non adeguati". Il cancelliere tedesco giudica eccessive le critiche alla Francia da parte del Commissario Reding. Che "ha senza ogni dubbio il diritto di valutare se gli stati membri agiscono sulla base dei trattati europei - sostiene Merkel alla vigilia del vertice Ue - ma penso che il tono usato per sollevare la questione e in modo particolare i paragoni storici non fossero interamente adeguati".

La giornata. Il ministro francese per gli Affari europei, Pierre Lellouche, stamattina aveva definito "inopportuna" la "scivolata" del commissario Reding, soprattutto il paragone delle espulsioni da parte della Francia con quanto avvenuto nella seconda guerra mondiale. "La pazienza ha un limite, non è così che ci si rivolge a un grande Stato", ha aggiunto Lellouche.

La Ue fa fronte con il Commissario. E mentre la Germania si è schierata con la Francia contro i toni del commissario ma a favore della Ue per la posizione francese sulle espulsioni, l'Unione europea fa fronte comune con il commissario: "La signora Reding parla a nome della Commissione", ha ribadito la portavoce dell'esecutivo europeo, Pia Ahrenkilde, spiegando che l'esame della normativa francese sulle espulsioni "viene effettuato in coordinamento con il presidente Barroso". Che ha aggiunto: "Il divieto di discriminare sulla base delle origini etniche è uno dei valori su cui si basa l'Unione europea". Per questo la posizione della Reding ha "il pieno sostegno del collegio dei commissari e il mio personale".

I fatti. A causare la polemica e scatenare la reazione di Viviane Reding 2, responsabile della Giustizia e dei diritti fondamentali in seno dell'esecutivo europeo, era stata una circolare del ministero degli Interni francese, tenuta nascosta e poi sostituita con una nuova politicamente più corretta. La prima versione prendeva di mira espressamente i rom per le espulsioni. "Sembra che le persone siano espulse da uno Stato membro della Ue soltanto perché appartengono a una certa minoranza etnica. Pensavo che l'Europa non sarebbe stata più testimone di questo tipo di situazioni dopo la seconda guerra mondiale", aveva detto Reding.

L'atteggiamento della Francia. "La prima circolare era del 5 agosto - precisa l'Eliseo - ed è stata sostituita da quella del 13 settembre che il ministro degli Interni stesso ha firmato. Ora è tempo di un dialogo pacifico per trattare il fondo degli argomenti. C'è la volontà di trattare le cose sul fondo e non lasciarsi trascinare in sterili polemiche". Dall'estate Parigi ha inasprito la sua politica di rimpatrio dei rom (principalmente romeni e bulgari) in situazione irregolare, e l'iniziativa ha provocato numerose critiche in patria e all'estero. La commissione europea ieri ha minacciato una procedura d'infrazione nei confronti della Francia. Sull'eventualità che il problema dei rom sia sollevato domani con Sarkozy a Bruxelles, l'Eliseo ha precisato che la questione "non è all'ordine del giorno" del vertice.

(15 settembre 2010)

 

 

 

ESPULSIONI

Ue: "Sui rom Francia vergognosa"

E Parigi abolisce il burqa

Viviane Reding, vicepresidente della Commissione con delega per la Giustizia dei Diritti umani, annuncia l'avvio di una procedura di infrazione contro il governo francese: "E' una violazione della Carta europea sui diritti fondamentali". La Carfagna: "Anche l'Italia dica no al velo integrale"

Ue: "Sui rom Francia vergognosa" E Parigi abolisce il burqa La vice presidente della Commissione, Viviane Reding

* Rom, il Parlamento europeo censura la linea dura di Sarkozy

articolo

Rom, il Parlamento europeo censura la linea dura di Sarkozy

* Rom, Sarkozy critica la Ue "Discussioni inaccettabili"

articolo

Rom, Sarkozy critica la Ue "Discussioni inaccettabili"

* Rom, in migliaia in piazza a Parigi 130 città contro le espulsioni

articolo

Rom, in migliaia in piazza a Parigi 130 città contro le espulsioni

* La Francia scende in piazza per i rom

foto

La Francia scende in piazza per i rom

* Francia in piazza contro Sarkozy "No al razzismo e all'esclusione"

articolo

Francia in piazza contro Sarkozy "No al razzismo e all'esclusione"

BRUXELLES - Il comportamento dei ministri francesi verso la Commissione europea è "una disgrazia" per l'Unione, ha detto la vice presidente Viviane Reding, a proposito di quanto affermato dai ministri sulla questione delle espulsioni di rom. Il ruolo della Commissione come "guardiano" dei trattati Ue, ha detto Reding, è reso "estremamente difficile" dal fatto che "non ci possiamo più fidare delle assicurazioni date da due ministri in una riunione formale con due commissari circondati da 15 rappresentanti ufficiali di alto livello da entrambe le parti del tavolo".

E questa, secondo Bruxelles, "non è un'offesa meno importante in una situazione così cruciale. Dopo 11 anni di esperienza nella Commissione, andrò oltre: è una vergogna - ha detto Reding -. Sarò molto chiara: non c'è posto in Europa per la discriminazione basata sulle origini etniche o di razza. E' incompatibile con i valori su cui si fonda l'Unione europea. Le autorità nazionali che discriminano gruppi etnici violano anche la Carta europea dei diritti fondamentali, che tutti gli Stati membri, compresa la Francia, hanno firmato".

La commissaria Ue, che ha la responsabilità per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, ha poi annunciato l'avvio di "una procedura di infrazione contro la Francia" per applicazione discriminatoria della direttiva sulla libera circolazione dei cittadini e per la mancata trasposizione di tali norme europee nella legislazione francese. Il governo francese ha reagito con "stupore" all'annuncio ma ha fatto sapere di non voler entrare in polemica con Bruxelles.

"Abbiamo appreso con grande stupore le dichiarazioni di Viviane Reding. Non pensiamo che con questo tipo di affermazioni possano migliorare le sorti e la situazione dei rom", ha detto a Parigi il portavoce del ministero degli Esteri, Bernard Valero. "Questo non è il momento della polemica, noi lavoriamo fianco a fianco con le autorità di Bucarest. Un lavoro - ha concluso - che vogliamo condurre con i nostri partner romeni e con la Commissione europea".

Viviane Reding, ha usato toni molto duri contro i ministri e la scarsa collaborazione dimostrata. "Darò certamente alle autorità francesi il diritto di commentare gli ultimi sviluppi nei prossimi giorni - ha detto - ma voglio dire molto chiaramente che la mia pazienza si sta esaurendo: quando è troppo, è troppo".

La procedura di infrazione verrà avviata su due fronti: "per l'applicazione discriminatoria della direttiva sul libero movimento delle persone e per la mancata trasposizione delle garanzie procedurali e sostanziali previste dalla stessa direttiva". Nessuno Stato, ha detto la vicepresidente, può aspettarsi trattamenti speciali quando si parla di diritti fondamentali: una regola che "oggi si applica alla Francia, ma si applica allo stesso modo a tutti gli altri Stati membri, piccoli o grandi, che si trovino in una situazione analoga: potete contare su di me per questo".

Oggi intanto sono stati 69, dei quali 12 bambini, i rom imbarcati a bordo di un volo speciale della compagnia rumena Blue Air diretto a Bucarest. Il rimpatrio è "volontario nel quadro di una normale procedura", ha detto Alaint Testot, direttore territoriale dell'ufficio francese per l'immigrazione e l'integrazione. Su un centinaio di rom attesi, solo 69 si sono presentati all'imbarco.

Un altro primato spetta alla Francia da oggi. E' infatti il primo Paese europeo a imporre il divieto 1 di indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici (una misura simile è in corso d'adozione anche in Belgio 2, ma non entrerà in vigore prima della primavera del 2011). Il parlamento francese ha approvato in via definitiva 3 la legge che proibisce alle donne islamiche di indossare il velo integrale nei luoghi pubblici. Il divieto entrerà in vigore entro i prossimi sei mesi, se la legge passerà l'esame dei giudici costituzionali. Anche se la sua applicazione resta sottoposta a un ricorso presentato al Consiglio costituzionale e nonostante il parere negativo del Consiglio di Stato.

Le donne che insisteranno a indossare il burqa o il niqab dovranno pagare una multa di 150 euro, o seguire uno stage di "educazione civica". Chiunque invece obblighi una donna a coprirsi completamente rischierà un anno di carcere e 30 mila euro di multa. Il testo non menziona esplicitamente il velo integrale, bensì la "dissimulazione del volto nei luoghi pubblici", che includono strade e piazze e "i luoghi aperti al pubblico" (negozi, bar e ristoranti, parchi, trasporti...) o "destinati a un servizio pubblico" (scuole, ospedali, uffici...).

Carfagna: "Anche l'Italia dica no al burqa". D'accordo con l'iniziativa del governo francese il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, che auspica una legge simile anche per l'Italia. "Da noi non esiste, come in altri Paesi, un'emergenza burqa, i casi di donne costrette a indossarlo restano isolati. Ma non per questo sono meno gravi. Il burqa - prosegue il ministro - rappresenta infatti la negazione dei diritti della donna e la sua sottomissione, obbliga all'emarginazione chi lo porta e ostacola l'integrazione: per questa ragione va tenuto ben alla larga dai confini del nostro Paese. In questo senso sono favorevole a una legge che abbia una funzione per così dire preventiva".

La Lega approva e annuncia che presenterà una proposta di legge identica a quella francese. "Riteniamo giusta la scelta fatta dalla Francia sia in termini di sicurezza che in termini culturali - dichiara il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni - nella nostra società non vi è l'abitudine di girare a volto coperto nelle strade, nei luoghi pubblici, e pertanto chi decide di vivere nel nostro Paese o di venirci anche solo per soggiornarvi, deve accettare le regole che vigono sul nostro territorio. La stessa cosa accade - spiega Reguzzoni - quando noi ci rechiamo all'estero: è un atto di civiltà e di correttezza rispettare le regole del Paese che ci ospita. La Francia ha fatto quindi un'ottima scelta e la Lega presenterà una proposta di legge identica a quella approvata Oltralpe, che va nel senso di una giusta accoglienza e di rispetto della nostra cultura".

(14 settembre 2010)

 

 

 

L'UNITA'

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.unita.it/

2010-09-29

 

 

 

 

 

2010-09-17

"I bimbi nati in Italia sono stranieri" Gaffe dell'assessore di Roma

di ma.ier.tutti gli articoli dell'autore

L’assessore alla scuola del Campidoglio, Laura Marsilio, visita al circolo didattico multiculturale "Pisacane" e non si trattiene: "Anche se questi bimbi sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. Non è solo un fatto anagrafico, ma è una questione culturale". Una gaffe clamorosa, alla quale il sindaco Alemanno prova a metterci subito una pezza: "Si è espressa male", mentre il Pd chiede le dimissioni immediate dell’assessore.

Quasi in contemporanea, dal palco televisio di Mattino5 , di bambini immigrati a scuola parla anche la Gelmini, visto che molti dirigenti si sono rifiutati di applicare la regola del tetto del 30% sulla presenza degli alunni stranieri nelle classi. E "Marystar" - come la definiscono gli anti-Gelmini - si difende così, quasi a sconfessare se stessa: "Dal prossimo anno non accadrà più. Il Miur è già all’opera".

Bufera sulla Marsilio

"Anche se questi bimbi sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. Non è solo un fatto anagrafico, ma è una questione culturale. È bene che questi bambini nati in Italia possano convivere con quelli di origine italiana. Si favorisce un sentimento di appartenenza se a loro viene data l'opportunità di stare anche con gli italiani". L'assessore capitolino alla scuola, Laura Marsilio risponde alle domande dei docenti durante la visita per l'apertura dell'anno scolastico alla "Carlo Pisacane di Roma e dice di un fiato: considerare italiani i bimbi stranieri nati in Italia "è un'idea sbagliata di integrazione. È grave pensarla così".

La "Pisacane" di Roma, oggi confluita nell'istituto comprensivo Laparelli, è diventata negli anni un caso politico per la presenza di un'altra percentuale di bambini di origine straniera nati proprio in Italia. "È aberrante - ha aggiunto Marsilio rispondendo ai cronisti - l'istituzione di un plesso con soli stranieri perchè l'integrazione significa scambio e non solo isolamento in una scuola". Ma oramai la gaffe è andata in onda. E neppure l'intervento del sindaco Gianni Alemanno, che prova a correggere il tiro dell'assessore, raffredda la polemica.

La "pezza" di Alemanno

"L'assessore Marsilio si è espressa male in chiave istituzionale e legislativa: in Italia non esiste il diritto alla cittadinanza in base alla nascita, ma voglio sottolineare con chiarezza che i bambini che nascono nella nostra città sono un patrimonio per Roma e non mi sento di definirli stranieri", dice il sindaco Gianni Alemanno.

Il Pd: si dimetta. Sel: "Marsilio razzista"

"Sono gravissime le parole dell'assessore Marsilio. E' assolutamente inadeguata nelle vesti istituzionali che ricopra. Si dimetta", dice la deputata del Pd e dirigente regionale dei democratici del Lazio, Ileana Argentin. "La gravità di quanto dall'assessore si comprende se pensiamo alla violenza psicologica fatta nei confronti dei figli di stranieri che alla Pisacane, dopo averla ascoltata, si saranno chiesti se mai saranno cittadini italiani", sottolinea. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Jean-Leonard Touadi, parlamentare del Pd: ""Le dichiarazioni dell'assessore Marsilio fatte a proposito dei bambini nati in Italia ma figli di cittadini stranieri, mostrano il vero volto di una destra che nessuna cura di Fiuggi è riuscita a cambiare. "Non bastano le rettifiche di circostanza del sindaco Alemanno - conclude Touadi -. L'assessore Marsilio deve presentarsi in Consiglio Comunale per ammettere la sua inadeguatezza a ricoprire un ruolo così delicato per una città in pieno mutamento sociale e culturale". E Claudio Fava di Sinistra Ecologia Libertà dichiara: "L'assessore alla scuola del Comune di Roma è una razzista. Se quello che sostiene non è il pensiero del sindaco, allora Alemanno le ritiri immediatamente le deleghe, e la cacci senza indugio. Una così non può essere rappresentante delle Istituzioni della Capitale della Repubblica Italiana".

16 settembre 2010

 

 

 

 

 

Rom, scontro Sarkozy-Barroso al vertice di Bruxelles

Accesa discussione tra Nicolas Sarkozy e Josè Manuel Barroso al pranzo del Consiglio europeo, a Bruxelles. Lo hanno riferito il premier bulgaro, Boyko Borisov, e fonti comunitarie.

A tavola i leader hanno affrontato la questione dei rimpatri dei Rom avviati da Parigi e un presidente francese descritto dai presenti come "furibondo" ha chiesto al presidente della Commissione europea "spiegazioni" sulle dure accuse lanciate dal commissario alla Giustizia, Viviane Reding, che ha prennunciato l'avvio di una procedura d'infrazione.

Il titolare dell'Eliseo ha avvertito che il suo governo continuerà a smantellare "i campi illegali" sul proprio territorio, ma ha assicurato che la Francia "continuerà a essere terra d'accoglienza per gli esiliati d'Europa". Nella conferenza stampa finale, Sarkozy ha definito "oltraggioso" il paragone tra le espulsioni dei Rom e le deportazioni della Seconda guerra mondiale adombrato dalla Reding.

Dopo l'intervista di sostegno di Silvio Berlusconi di ieri al "Figaro", con Sarkozy si è schierato anche il premier ceco, Petr Necas, il quale ha dichiarato ai giornalisti che la Francia ha "il pieno diritto di esigere che un cittadino Ue residente lavori, studi o dimostri di avere i mezzi per sostenersi".

16 settembre 2010

 

 

Bossi: "Rom ladri". Bersani: "Pensa ai ladroni"

Sullo scontro tra Sarkozy e l'Unione europea la spaccatura anche in Italia è netta. Da un lato il governo e politici come Bossi, dall'altra chi come Bersani ricorda al leader leghista che le norme che la maggioranza vuole fanno favori giganteschi ai ladroni veri dell'Italia.

 

Non va tanto per il sottile il leader della Lega Nord Umberto Bossi nello spalleggiare la crociata del presidente francese contro i "gitani". "Sì, Sarkozy sta facendo bene sulle espulsioni", dice il senatur ai giornalisti che lo incontrano a Montecitorio: "La maggior parte dei furti li fanno i rom. Certo non sono il demonio, però per la gente che trova la casa buttata per aria, non è molto allegro". Concorda il ministro dell'Interno Maroni: Sarkozy "ha agito bene". E le espulsioni non equivalgono a una "deportazione di massa come durante la seconda guerra mondiale".

Invece il repubblicano Francesco Nucara, il regista del nuovo gruppo parlamentare che Berlusconi vorrebbe far nascere per ottenere la fiducia senza i finiani, si sfila: "Sulla questione dei rom la fiducia a Berlusconi non la voterei".

"Bossi invece di prendersela con loro, si occupi di altri ladroni ai quali sono state aperte autostrade con norme approvate in Parlamento", commenta il segretario del Pd Pierluigi Bersani: "è una vergogna che una piccola minoranza di nomadi che girano in Europa da mille anni non possano trovare una sistemazione in campi civili".

E per Massimo D'Alema, presidente del Copasir, alla festa de l'Unità di Bologna ai cronisti dice che il modo in cui Parigi ha affrontato la questione Rom, "viola un principio e viene meno ad una tradizione di civiltà e accoglienza che ha fatto della Francia per anni un grande punto di riferimento. Che Berlusconi e Bossi siano d'accordo stupisce meno perché sono coerenti con le loro tradizioni".

E anche il segretario dell'Udc Cesa tra Sarkozy e la Reding sa chi ha ragione: "Apprezziamo molto la posizione della commissaria europea, non si può affrontare il discorso dei rom in maniera demagogica per qualche voto in più".

16 settembre 2010

 

 

Europa, 5 punti sui rom

I capi di Stato e di governo della Ue hanno concordato cinque punti per proseguire la discussione sulla questione dei rom. Ecco i cinque punti, come risulta dal testo scritto dell'intervento del presidente stabile Herman van Rompuy.

Il primo: uno stato membro ha il diritto di prendere misure per fare rispettare la legge sul proprio territorio.

Il secondo: la Commissione Ue ha il diritto e anche il dovere di vigilare sul rispetto del diritto comunitario da parte degli stati membri.

Il terzo: i leader hanno preso nota della dichiarazione a nome del collegio fatta dal presidente della commissione Ue Barroso, che ha preso le distanze dalle frasi pronunciate dalla commissaria alla giustizia Viviane Reding.

Il quarto: la regola essenziale nel rapporto tra Stati membri e Commissione è il rispetto reciproco.

Il quinto: durante un prossimo incontro, i leader discuteranno dell'integrazione dei Rom.

16 settembre 2010

2010-09-16

Rom, Sarkozy: "Reding, accoglili nel tuo paese"

"Vivianne Reding, accogli i Rom nel tuo paese". Cioè il Lussemburgo. Lo ha esclamato Sarkozy a una colazione di lavoro stamattina, stando a quanto riferiscono alle agenzie stampa dei senatori. Vivianne Reding a Bruxelles, responsabile della Giustizia, nonché vicepresidente dell'esecutivo Ue, ieri aveva attaccato Parigi per le espulsioni dei Rom perché praticate su basi etniche (si possono chiamare allora deportazioni) e perché la Francia ha mentito all'organismo europeo quando aveva chiesto chiarimenti sostenendo che, invece, quei provvedimenti rispettavano le regole dell'Unione e non seguivano criteri di etnia. Se così fosse stato, cioè se le espulsioni si reggevano su eventuali reati individuali, non veniva spedite in altri paesi intere famiglie. Per questo Vivianne Reding ha minacciato una procedura di infrazione verso Parigi: perché nessuno Stato può violare principi cardine dell'Unione europea, soprattutto in materia di diritti umani.

E a chi pensava che quella del commissario fosse una opinione personale, non ci sono spaccature in seno alla Commissione europea sulla dura posizione presa ieri sui rom e la Francia. La portavoce dell'organismo di Bruxelles, Pia Ahrenkilde Hansen, Barleymont ha infatti chiarito che "Viviane Reding ha parlato per conto della Commissione".

Il commento di Sarkozy segue quello del segretario di stato francese agli affari europei, Pierre Lellouche, che ha giudicato "non opportuno" lo "scivolone" del commissario europeo alla Giustizia, Viviane Reding. Quest'ultima ha tracciato ieri un paragone tra la situazione dei rom in Francia e la seconda guerra mondiale. "Questo genere di scivolone a cui ha aggiunto la sua voce, non è opportuno", ha dichiarato Lellouche all'emittente radiofonica Rtl. "La pazienza ha un limite, non è così che ci si rivolge a un grande stato", ha aggiunto.

Il segretario di stato francese agli Affari europei ha reagito in questo modo alle dichiarazioni di ieri di Viviane Reding, responsabile della Giustizia e dei diritti fondamentali in seno dell'esecutivo europeo, che - palesemente indispettita dall'esistenza di una circolare francese, tenuta nascosta, che prende di mira espressamente i rom per le espulsioni - ha usato toni molto forti. "Sono stata chiamata in causa personalmente sulle circostanze che danno l'impressione che persone siano espulse da uno Stato membro (dell'Ue) soltanto perchè appartengono a una certa minoranza etnica. Pensavo che l'Europa non sarebbe stata più testimone di questo tipo di situazioni dopo la Seconda guerra mondiale", ha accusato Reding. Parigi ha inasprito questa estate la sua politica di rimpatrio dei rom (principalmente rumeni e bulgari) in situazione irregolare, iniziativa che ha provocato numerose critiche in Francia e all'estero. La Commissione europea ha minacciato ieri una procedura d'infrazione nei confronti della Francia per queste controverse espulsioni.

Sulla vicenda interviene anche Berlusconi: la commissaria europea Viviane Reding "avrebbe fatto meglio a trattare l'argomento in privato con i dirigenti francesi, prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto". Così il presidente del Consiglio commenta, in un'intervista a Le Figaro in edicola domani, l'intervento della commissaria Ue sulle espulsioni dei rom dalla Francia sottolineando di sostenere la politica di Sarkozy in Europa, al G8 e al G20.

Il caso infiamma le diplomazie internazionali: arriva lo stop di Merkel, con il cancelliere tedesco è d'accordo con la commissaria alla giustizia Viviane Reding sulla sostanza, ma non sui toni usati. La Francia deve "rispettare i diritti della comunità rom" dice poi il portavoce del Dipartimento di Stato Usa commentando le ultime dichiarazioni di Sarkozy contro il commissario Ue, Viviane Reding.

15 settembre 2010

 

 

 

 

Rom, la condanna Ue: Francia, una vergogna

La discriminazione contro i Rom da parte della Francia, contro cui la Commissione europea avvierà una procedura di infrazione, "è una vergogna". A denunciarlo è stata la vice presidente della Commissione europea responsabile per la Giustizia ed i diritti fondamentali, Viviane Reding, in una conferenza stampa a Bruxelles.

Nell'esprimere il "suo profondo disappunto per l'aperta contraddizione tra le assicurazioni politiche date da due ministri francesi e circolare amministrativa del governo" di Parigi, in cui vengono esplicitamente citati i Rom come obiettivo dei provvedimenti di espulsione, la Reding ha sottolineato come questa "non sia un reato minore in una situazione di tale importanza". "Dopo 11 anni di esperienza nella Commissione - ha tuonato - vado oltre: questa è una vergogna. La discriminazione sulla base dell'origine etnica o della razza non ha posto in Europa. È incompatibile con i valori sui quali è fondata l'Ue".

14 settembre 2010

il SOLE 24 ORE

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.ilsole24ore.com/

2010-09-29

 

 

 

 

 

2010-09-17

Le scintille fra Sarkozy e Barroso sui rom. Sondaggio e mappa sulla presenza dei nomadi in Europa

dal nostro inviato Adriana CerretelliCronologia articolo17 settembre 2010Commenti (16)

Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2010 alle ore 07:50.

"Continueremo a smantellare i campi illegali: non fanno parte della cultura francese e nemmeno di quella europea. Questo vale per tutti i cittadini. Per i rumeni in Francia come per i francesi in Romania. Se si accampassero alle porte di Bucarest, il Governo Basescu farebbe benissimo a espellerli". Una conferenza stampa fiume, al termine del vertice europeo che ieri avrebbe dovuto discutere di riforma del patto di stabilità e invece ha appena sfiorato l'argomento, perché a tenere banco è stata la questione dei rom, meglio i rapporti tra Stati membri e Bruxelles (guarda la mappa interattiva con la presenza dei rom paese per paese e la loro percentuale rispetto alla popolazione totale).

E lui, Nicolas Sarkozy, il presidente francese in netto calo di popolarità, arrivato al vertice come grande imputato della Commissione europea per politica discriminatoria verso una minoranza etnica, non solo non ha arretrato di un centimetro ma ha anche incassato la condanna unanime da parte dei partner Ue degli eccessi verbali di Viviane Reding. La responsabile Ue alla Giustizia martedì ha testualmente accusato la Francia di "mettere in atto politiche mai viste in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale". Insomma naziste.

"Conosco José Barroso, lo apprezzo, l'ho sostenuto quando si trattava di riconfermarlo alla guida della Commissione ma sono il presidente della Repubblica francese, non posso lasciare insultare il mio paese. La Francia è sempre stata una terra di accoglienza e l'Unione non può chiudere gli occhi davanti ai campi illegali perchè così si allontanano i cittadini europei dall'Europa" ha continuato Sarkozy. Ha ragione Sarkozy o Barroso? (vota il sondaggio)

Vertice al calor bianco, raccontano i bene informati. Il pranzo tra i 27 leader dell'Unione ha rischiato di finire in rissa. Con il presidente francese che alzava la voce contro la Commissione e Barroso che si alzava addirittura da tavola, in piedi a difendere ruolo e poteri delle istituzioni Ue scolpiti nei Trattati. "Davvero Sarkozy le ha urlato contro?" gli è stato chiesto in conferenza stampa. A rivelare l'episodio il bulgaro Boyko Borissov. Barroso ha glissato ma ribadito: "La Commissione è la guardiana dei Trattati, il rispetto della dignità umana è sacro. Ci sono stati commenti esagerati. Però la Reding ha chiesto scusa. Anche altri dovrebbero farlo". Tra Sarkozy e Barroso, commentava ieri un diplomatico, "è finita 2 a 1".

Le intemperanze verbali della commissaria lussemburghese, stigmatizzate da tutti i leader senza eccezioni, hanno consentito a Sarkozy di uscire brillantemente dall'angolo in cui Bruxelles avrebbe voluto inchiodarlo aprendogli contro una procedura di infrazione per mancato rispetto dei diritti fondamentali e della direttiva sulla libera circolazione delle persone. Al presidente francese invece ieri è arrivata non solo la solidarietà aperta del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ("prima di contestare i comportamenti degli Stati nell'applicazione delle leggi comunitarie, meglio consultarli in modo dettagliato") ma quella dello spagnolo Luis Zapatero ("dichiarazioni inaccettabili", del lussemburghese Jean-Claude Juncker ("Reding ha sbagliato") come del cancelliere tedesco Angela Merkel. Anche se entrambi gli ultimi due hanno ribadito che "la Commissione resta la guardiana della legge europea".

Herman Van Rompuy, il presidente del Consiglio Ue, ha così riassunto il consenso raggiunto al vertice: "Uno Stato membro ha il diritto di adottare misure per far rispettare lo stato di diritto sul suo territorio. La Commissione ha quello di far rispettare il diritto europeo. Registrata la presa di distanze del presidente dalle frasi della sua commissaria, la regola essenziale nei rapporti tra Stati e Commissione è il mutuo rispetto. Il problema dell'integrazione dei rom verrà discusso in un prossimo vertice Ue, ricordando che non discriminazione e rispetto della disgnità umana sono i nostri valori fondamentali".

Incidente chiuso? Difficile crederlo. Quasi certamente la minacciata procedura contro la Francia si allontana. Se mai arriverà, non sarà tra 2 settimane come annunciato dalla Reding "furiosa". Quasi certamente, poi, la vicenda darà una spinta in più all'Europa intergovernativa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

2010-09-16

Tra Francia ed Europa è scontro sull'espulsione dei rom. Berlusconi: "Sostengo Sarkozy"

Cronologia articolo15 settembre 2010Commenta

Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2010 alle ore 17:17.

È ormai scontro aperto tra la Francia e l'Unione europea sulla questione dei rimpatri dei rom. Dopo l'annuncio di ieri del commissario alla Giustizia, Viviane Reding, della possibile apertura di una procedura di infrazione , e le prime manifestazioni di "stupore" dell'Eliseo, il presidente francese è oggi passato al duro attacco.

"Se il Lussemburgo se li vuole prendere, non c'è problema" ha detto senza mezze parole Sarkozy secondo la sintesi fornita da alcuni senatori presenti a un pranzo di lavoro. "È scandaloso che l'Europa parli in tal modo di quello che la Francia sta facendo". "Il commissario europeo abita a Lussemburgo, che è molto vicino alla Francia, e noi saremmo molto felici se il Lussemburgo possa accogliere qualche rom". Immediata la reazione del Lussemburgo: "L'associazione della nazionalità del commissario con il Lussemburgo da parte di Nicolas Sarkozy è in malafede", ha avvertito il ministro degli Esteri.

Martedì, la commissaria alla Giustizia Europea, Reding, aveva condannato veementemente una circolare emessa dal ministero dell'Interno francese, e poi sostituita, che citava espressamente i rom per le espulsioni: "Pensavo che l'Europa non avrebbe più assistito a questo tipo di situazioni dopo la seconda guerra mondiale".

Una polemica che ormai sicuramente focalizzerà l'attenzione del Consiglio europeo di Bruxelles di domani e sulla quale iniziano a posizionarsi i paesi. "Sostengo Nicolas

Sarkozy" ha detto Silvio Berlusconi anticipando che Italia e Francia faranno fronte comune per "scuotere l'Europa". "L'Europa - ha detto Berlusconi in un'intervista a Le Figaro -

non ha ancora compreso che quello dei rom non è un problema unicamente francese o italiano, greco o spagnolo. Il presidente Sarkozy, invece, ne è pienamente cosciente". E "la Reding - ha aggiunto - avrebbe fatto meglio a trattare la questione in privato con i dirigenti francesi prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto".

Nel confronto a distanza tra la Commissione Ue e Francia la Germania invece si è schierata con Bruxelles. Il diritto di circolazione all'interno dell'Unione Europea è "incondizionato" e "nessuna discriminazione è consentita nei confronti delle minoranze etniche", ha detto il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, durante una conferenza stampa. E la Commissione europea fa intanto quadrato intorno alla Reding: "La posizione della Commissione è chiara - ha detto - la legge comunitaria deve essere rispettata e il divieto di

discriminare sulla base delle origini etniche è uno dei valori su cui si basa l'Unione europea". La Commissione, ha proseguito Barroso "deve fare tutto il necessario per garantire il

rispetto di questo principio". Per questo la posizione della Reding ha "il pieno sostegno del collegio dei commissari e il mio personale".

Intanto sul tema si registra anche l'intervento del Dipartimento di Stato Usa. La Francia deve "rispettare i diritti della comunità rom"ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato commentando le ultime dichiarazioni di Sarkozy contro il commissario Ue, Viviane Reding.

In tarda serata alcune precisazioni. "L'espulsione dei Rom dalla Francia non ha alcuna relazione con quanto accaduto durante la Seconda guerra mondiale" dice il commissario europeo Viviane Reading. L'Eliseo ha "preso atto delle scuse" del commissario per le "sue dichiarazioni oltraggiose all'indirizzo della Francia" annuncia la presidenza francese in un comunicato.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

L'OSSERVATORE ROMANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

2010-07-18

IL MATTINO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.ilmattino.it/

2010-07-18

La GAZZETTA dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.gazzetta.it/

2010-07-18

CORRIERE dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.corrieredellosport.it/

2010-07-18

LA STAMPA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.lastampa.it/redazione/default.asp

2010-07-18

 

 

SORRISI e CANZONI

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

2010-07-18

 

WIKIPEDIA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.wikipedia.it

 

GENTE VIAGGI

http://www.genteviaggi.it/

AUTO OGGI

http://www.inauto.com/speciali/autooggi/index.html

QUATTRO RUOTE

http://www.quattroruote.it/

INTERNAZIONALE

http://www.internazionale.it/home/

2010-07-18

PUNTO INFORMATICO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

2010-07-18

 

IL SECOLO XIX

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/

LIBERO

http://www.libero-news.it/

IL MONDO

http://www.ilmondo.rcs.it/

MILANO FINANZA

http://www.milanofinanza.it/

MOMENTO SERA

http://www.momentosera.it/home.php

ITALIA OGGI

http://www.italiaoggi.it/

2010-07-18

EUROPA QUOTIDIANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

2010-07-18

 

LA NAZIONE

http://www.momentosera.it/home.php

IL FOGLIO

http://www.ilfoglio.it/

 

IL MANIFESTO

http://www.ilmanifesto.it/

 

WALL STREET ITALIA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.wallstreetitalia.com/

 

 

ARCHEOLOGIA VIVA

http://www.archeologiaviva.it/

2010-07-18

AUDIO REVIEW

http://www.audioreview.it/

IL FISCO

http://www.ilfisco.it/

STAR BENE

http://www.starbene.it/

ABITARE

http://abitare.it/

BRAVA CASA

http://atcasa.corriere.it/

DONNA MODERNA

http://www.donnamoderna.com/home/index.jsp

SECONDA MANO

http://www.secondamano.it/

PC WORLD

http://www.pcworld.it/

2010-07-18

FINANCIAL TIMES

http://www.ft.com/home/europe/

2010-07-18

EL PAIS

http://www.elpais.com/global/

 

LE MONDE

http://www.lemonde.fr/

THE NEW YORK TIMES

http://www.nytimes.com/

THE WALL STREET JOURNAL

http://europe.wsj.com/home-page

MAIL & GUARDIAN

http://www.mg.co.za/

 

 

Edito in Proprio presso lo Studio, e Responsabile è lo STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO .

- Riferimaneti Leggi e Normative :- Michele Dalessandro ; Organizzazione, Impaginazione Grafica:- Francesca Dalessandro

La Proprietà intellettuale è dello Studio Tecnico Dalessandro e di FORMAZIONE il FIGLIO dell'UOMO, salvo dove diversamente indicato.

Lo Studio Tecnico Dalessandro Giacomo e FORMAZIONE il FIGLIO dell'UOMO declinano qualsiasi responsabilità per il contenuto dei SITI recensiti od indicati, in quanto la responsabilità del loro contenuto è dei Titolari dei Siti recensiti. Quanto da noi riportato è stato desunto dai Siti Medesimi, ed in buona fede ne riportiamo i contenuti.

Quando ci è possibile esprimiamo dei giudizi.

I visitatori sono invitati a valutarne personalmente la veridicità e l'esattezza dei contenuti.

Non essendo professionisti, ci scusiamo di eventuali errori di battitura, per i quali decliniamo qualsiasi responsabilità.

Il nostro sito non ha alcuno scopo di lucro. Non è nostro scopo violare la privacy di alcuni. Vi preghiamo di scusarci se lo facciamo.

Vai alla HOME PAGE

Edito in Proprio e Responsabile STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO

Responsabile Per. Ind. Giacomo Dalessandro

http://www.cristo-re.eu